martedì 16 gennaio 2024

Una nuova sfida per il lago – la cozza Quagga

 

Nell’ultimo decennio nei laghi dell’emisfero nord del mondo, già provati da inquinamento e cambiamento climatico, è emersa una nuova minaccia per la stabilità degli ecosistemi – la cozza Quagga (Dreissena rostriformis bugensis): pressoché triangolare, piccola di dimensioni (al massimo 4 cm), e molto invasiva. Nell’Europa settentrionale, si è diffusa con estrema rapidità risalendo i fiumi per raggiungere i laghi interni. È arrivata nella zona alpina, nell’Alto Reno presso Basilea nel 2014, nel Lago di Ginevra (2015), nel Lago di Costanza (2016), poco dopo nei laghi alpini della Baviera e dell’Austria. Ha raggiunto il Lago Maggiore, il Lago di Lugano e, nel 2023, il Lago di Garda.

la cozza Quagga (Dreissena rostriformis bugensis)


La cozza si diffonde di lago in lago tramite le vie di comunicazione, per le reti fluviali soprattutto nel loro stato larvale, ma anche come “hitchhiker” - attaccata a barche e attrezzature p. es. per la pesca, che vengono spostate da un lago infestato a uno ancora sano. I laghi con grande interesse per pesca e turismo in tal modo sono quelli più a rischio.

cartellone con indicazioni su come evitare la proliferazione della Quagga sul Lake Pleasant in Arizona

Una delle principali minacce per le specie e gli habitat della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) del Lago di Bolsena, è l’introduzione di specie aliene (i. e. non native, non autoctone) e invasive, sia vegetali che animali (INNS – invasive non-native species), che minacciano gli equilibri ecosistemici naturali e possono causare enormi danni economici.

Nella tabella sono elencate le “pressioni” individuate dallo Studio Generale ZPS “Lago di Bolsena – Is. Bisentina e Martana” (cod. IT6010055) e SIC “Lago di Bolsena” (cod. IT6010007) e “Isole Bisentina e Martana” (cod. IT6010041) a cura di Lynx Natura e Ambiente s.l.r.  e dalle rispettive Misure di Conservazione, adottate dalla Giunta Regionale con Deliberazione del 14 aprile 2016:


Determinanti

 

Pressioni

 

disturbo antropico diretto

settore

 

 

agricoltura

inquinamento diffuso acque

Prelievo di acque superficiali per agricoltura

Modifiche alle condizioni idrauliche

Gestione della vegetazione acquatica e ripariale

domestico

inquinamento diffuso e puntuale acque

Prelievo di acque superficiali per uso domestico

industria (geotermia)

inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo

aree industriali

prelievo di acque superficiali per uso industriale

commercio

inquinamento diffuso e puntuale acque

aree commerciali

turismo

inquinamento diffuso e puntuale acque

aree turistiche

urbanizzazione

Gestione della vegetazione acquatica e ripariale

aree urbanizzate

intrusione umana e disturbo

aree ripariali

Penetrazione/disturbo sotto la superficie del fondale

sport nautici motorizzati

risorse biologiche 

pesca sportiva

 

disturbo antropico indiretto

pesca e turismo

altre specie e geni (specie esotiche invasive (animali e vegetali))


Tali misure di conservazione dispongono che “è vietata l’immissione nell’ambiente naturale di specie animali non autoctone.”

Questa delibera pone fine (almeno in teoria) alla pratica rischiosa ma diffusa nel passato con la quale numerose specie sono state introdotte nel Lago – volontariamente, accidentalmente, con semine azzeccate o sbagliate - con il risultato che oggi le specie alloctone dominano la popolazione ittica.

Nel Lago di Bolsena, nei tempi passati e soprattutto dalla fine dell’800 in poi, sono state introdotte molte specie di pesci che si sono “acclimatate” - il coregone, il latterino, la carpa, il persico reale, il persico sole, il persico trota, il pesce gatto, la carpa erbivora (“Amur”), le quali nell’insieme hanno trasformato l’ecosistema lacustre (vedi a proposito qui, a pagina 14 ff). Il gambero rosso della Louisiana e la nutria stanno rimpiazzando specie indigene e meno aggressive; è stato catturato recentemente anche un esemplare di siluro che, se la specie si moltiplicasse, potrebbe avere un importante impatto negativo sulle popolazioni ittiche. Nella vegetazione attorno al Lago sono da considerare alloctone, invasive e acclimatate, specie come la cannuccia domestica e la robinia.

Gambero rosso della Louisiana                              Siluro                                         

Nel mondo conosciamo molti casi in cui ecosistemi lacustri sono stati sconvolti dall’introduzione sconsiderata di specie aliene. Tra di loro l’esempio più eclatante è forse il “Great Flathead Fish Fiasco” che portò alla sparizione del salmone rosso (kokanee), pesce pregiato e di grande importanza per l’economia locale, dal Lake Flathead nel nord degli Stati Uniti. Questo per colpa di un piccolo crostaceo (Mysis diluviana), introdotto dal 1969 negli affluenti del Lake Flathead con lo scopo di cibare e accrescere la popolazione dei kokanee. Nel 1984 il Mysis fece apparizione massiccia nel lago, e – sorpresa - nel 1986 i salmoni invece di moltiplicarsi erano spariti!

Con loro sparivano anche i turisti – i pescatori di kokanee e i naturalisti amanti delle aquile testabianca che davano la caccia ai salmoni. Un’accurata analisi dell’accaduto rivela le complesse interazioni nella rete trofica che assieme alle specifiche caratteristiche geofisiche del lago causarono il disastro.

La Quagga non è la prima cozza di acque dolci che invade i laghi del mondo. È stata preceduta da un altro membro della famiglia e del genere Dreissena (1), la cozza Zebra (Dreissena polymorpha), nativa come la Quagga della zona del Mar Nero e Mare Caspio, che all’inizio del secolo scorso cominciò a diffondersi, risalendo i fiumi Dnepr e Bug per arrivare al Mar Baltico e in tutto l’emisfero nord del mondo. In Italia è presente nei laghi alpini, e anche in Toscana, in Umbria nel Lago Trasimeno e in Sicilia. Anche se la Zebra ha alterato gli ecosistemi e creato danni, è meno pericolosa della Quagga perché si adatta bene solo a certi ambienti, e si moltiplica meno rapidamente.

larve veliger della Quagga

La cozza Quagga è temibile soprattutto perché si adatta facilmente a ambienti diversi e ha una capacità di riproduzione enorme: una femmina produce fino a un milione di uova all’anno. Dalle uova fecondate si sviluppano in grande numero minuscole larve chiamate “veliger” (i.e. chi porta vele) che, trascinate dalle correnti, si diffondono e si fissano su vari substrati fondali, sia duri che morbidi. Le Quagga sopravvivono in acque di varia composizione chimica, a varie temperature, in acque basse e anche in grandi profondità, e a lungo anche fuori acqua. La cozza adulta, inoltre, ha pochi antagonisti naturali.

Come il Mysis, la Quagga è un’“ingegnera ecosistemica”, un neozoon capace di alterare gli ecosistemi. Un adulto filtra circa un litro di acqua al giorno, ne estrae i microorganismo – zoo- e fitoplancton, batteri, virus e anche i propri veliger - e li digerisce. Espelle nelle (pseudo)feci le parti indigeribili e con le acque fosfati disciolti. Con ciò trasferisce sul loro habitat nei fondali dei laghi, grandi quantità di nutrienti, con effetti che sconvolgono le reti trofiche:

- sottraendo dalle acque pelagiche il nutrimento per zooplancton e pesci pregiati,

- favorendo certe specie che vivono e si nutrono sui fondali,

- accumulando sul fondolago le sostanze indigeste tra cui cianobatteri,

- aumentando il consumo dell’ossigeno in profondità.

L’insieme delle conseguenze dell’invasione delle cozze Quagga in un lago come il nostro è difficile a prevedere (vedi qui per un recente riassunto), e non possiamo escludere un “fiasco” come successe nel Lake Flathead. È molto probabile che il pescato di specie planctivore (e in particolare quelle che si nutrono di zooplancton) come il coregone diminuisca come osservato in vari laghi del mondo – da una parte perché questi pesci trovano meno cibo, dall’altra perché la popolazione di specie antagoniste come pesci littorali e/o bentonici aumentano. In generale, l’effetto ecosistemico più inquietante è il trasferimento a una sola specie, alle cozze Quagga appunto, del controllo sui cicli dei nutrienti e in particolare sul ciclo del fosforo.

biofouling di barca

Non mancano altre conseguenze negative:

- le cozze provocano problemi e danni di “biofouling” a barche e strutture portuali; intasano inoltre tubature e pompe per il prelievo di acqua dal lago,

- le spiagge diventano sgradevoli e difficili da percorrere a causa dei margini taglienti dei gusci che vi si ammassano.

È imperativo prendere misure per impedire che le Quagga invadano anche i laghi del centro d’Italia. I primi passi sarebbero l’informazione del pubblico e un monitoraggio preventivo, tramite osservazioni e prelievi di campioni con analisi del DNA ambientale (eDNA).

Va rapidamente, prima dell’inizio della stagione, definito un regolamento da mettere in atto rigorosamente seguendo l’esempio del cantone Ticino (vedi qui per la scheda tecnica per le imbarcazioni), che prevede il controllo degli spostamenti di barche e attrezzature per la pesca (carp-fishing!) e la loro pulizia meticolosa. In questo contesto è indispensabile affrontare il problema delle numerose postazioni e rimesse di barche abusive e incontrollate nel comprensorio del Lago di Bolsena. 




(1)   Nel 1838 van Beneden attribuisce questo nome alla specie in onore del farmacista belga Henri Dreissens di Maaseik, che l’ha scoperto (Description des coquilles fossiles recueillies en Crimée par M. de Verneuil et obsevations générales à leur sujet. Mémoires de la Société géologique de France, vol. III, p. 37-69, 1838).


sabato 16 dicembre 2023

Con la ricerca del litio, rinasce la geotermia?

 (aggiornato a Gennaio 2024)

La “corsa all’oro” della geotermia, dopo la riforma e liberalizzazione del settore nel 2010, ha fatto sì che tutto il comprensorio del Lago di Bolsena sia stato interessato, in breve tempo, da istanze di permesso di ricerca mineraria. Alcune istanze sono state portate a termine con l’assegnazione dei permessi senza che un progetto sia stato avviato (Cellere, La Veduta, Piana del Diavolo), quattro progetti sono stati avviati (Nuova Latera, Torre Alfina, Castel Giorgio, MontorioA), nessuno finora realizzato. Nel tempo, due delle istanze sono state abbandonate (Montalfina e Monte Rubiaglio): così, prima del 2022 la ripartizione delle aree delle istanze è rimasta molto simile a quella iniziale.


Impianto per l'estrazione del litio nella centrale di Landau (Germania)

All’improvviso, nel 2022 l’interesse nella risorsa geotermica si è risvegliato, probabilmente con l’idea di estrarre non solo calore, ma anche il litio (“l’oro bianco”), metallo attualmente di grande importanza per lo stoccaggio di energia elettrica. Sono state presentate nuove istanze, seguendo una nuova procedura che divide la ricerca mineraria in due fasi: la prima che prevede solo ricerche non intrusive, l’eventuale seconda che prevede anche perforazioni di pozzi esplorativi profondi.

La procedura attuale inizia con un’istanza di assoggettabilità al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale della prima fase dell’istanza di permesso di ricerca mineraria. Quest’istanza è accompagnata da una documentazione contenente tra l’altro una breve descrizione del progetto, un cronoprogramma, una planimetria del permesso.                  

Progetti nel comprensorio del Lago di Bolsena

I progetti puntano sia sullo sfruttamento del calore della risorsa geotermica, sia sull’estrazione di litio dal fluido, oppure anche su ambedue gli obiettivi. Globalmente, la tecnica è la stessa nei due casi, con perforazione di pozzi profondi, estrazione del fluido dal sottosuolo, sfruttamento della risorsa e reiniezione del fluido. Nei dettagli, alcuni accorgimenti tecnologici sono diversi come anche certe criticità. L’estrazione del litio avviene, come anche lo sfruttamento del calore, in un impianto dedicato a tale scopo.

In particolare, le nuove istanze, per le quali è stata avviata l’istanza di assoggettabilità al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, riguardano i permessi e progetti elencati qui:

Tabella 1: 
Nuovi progetti di sfruttamento geotermico e/o estrazione di litio nel comprensorio del Lago.
La tabella elenca la denominazione del progetto con la sigla che lo identifica nella carta, i Comuni il cui territorio è coinvolto nel progetto, la data di presentazione dell’istanza, l’impresa proponente, il link alla documentazione, l’esito dell’esame del progetto – l’accoglimento (si) o l’archiviazione (no) dell’istanza, e lo scopo dichiarato del progetto

PROGETTO

 

COMUNI

DATA

IMPRESA

LINK

ESITO

SCOPO

1

Latera

(L_EM)

Latera, Valentano

17052022

Energia Minerals (EM)

link

no /1/

litio

2

Ferento (Fe)

Viterbo

 

23052022

EM

link

no /2/

litio

3

Ferento (Fe)

(riperimentrato)

Viterbo

 

04072022

EM

link

si /3/

litio

4

Arlena di Castro

(AC)

Arlena di Castro, Canino, Capodimonte, Cellere, Marta, Piansano, Tessennano, Tuscania

08022023

Futuro Energia

link

si /4/

geotermia

5

Tuscania

(Tu)

Monte Romano, Tuscania, Viterbo

06022023

Futuro Energia

link

 

si /4/

geotermia

6

Laertina

Capodimonte, Latera, Valentano

07032023

ENEL Green Power

link

si

litio, geotermia

7

Marta

Capodimonte, Marta

07052023

ENEL Green Power

link

si

litio, geotermia

8

Latera Pilota

(LP)

Capodimonte, Latera, Valentano

25072023

Latera Sviluppo

link

VIA /5/

litio, geotermia

9

Lago di Bolsena

(LB)

Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Marta, Montefiascone, Piansano, Viterbo

19102023?

Tombelle

link

? /6/

geotermia

Annotazioni alla tabella:

 /1/: Latera_EM: L’istanza è stata archiviata in quanto non autorizzabile ai sensi della normativa vigente, perché l’area del permesso di ricerca è sovrapposta in larga parte alla Concessione mineraria di fluidi geotermici denominata "Valentano", rilasciata nel 2016 alla Società Enel Green Power S.p.A. 

/2/ Ferento (Fe): L’istanza è stata archiviata in quanto non autorizzabile ai sensi della normativa vigente, perché l’area del permesso di ricerca ricomprende tutte le concessioni minerarie per acque termali rilasciate nel territorio del Comune di Viterbo. L’istanza è quindi incompatibile con le concessioni esistenti.

/3/ In una seconda istanza presentata dopo l’archiviazione della prima, il proponente ha riperimentrato l’area del permesso di ricerca escludendo tutte le aree delle concessioni esistenti.

/4/ Ripresentato secondo la nuova procedura.

/5/ Avvio della procedura di Valutazione Ambientale

/6/ Ripresentato secondo la nuova procedura. Ricomprende le aree dei permessi Marta e Laertina.


I progetti Arlena di Castro (4), Tuscania (5), Latera Pilota (8) e Lago di Bolsena (9) si riferiscono a aree con delimitazione identica a quella delle istanze avviate prima del 2022. Gli altri progetti si riferiscono a aree non ancora delimitate (Latera (1), Ferento (2 e 3),), oppure ad aree definite in istanze precedenti che hanno subìto modifiche (i progetti Marta (7) e Laertina (6) ricoprono aree che precedentemente erano comprese nell’istanza Lago di Bolsena (9).  

Nella prima fase di ricerca dopo l’accoglimento dell’istanza, sono previste esclusivamente ricerche non intrusive: sul campo soprattutto indagini magnetotelluriche, ma anche rilievi geologico-strutturali, rilievi idrogeochimici, rilievi VLF, rilievi gravimetrici, profili sismici a riflessione. Inoltre ricerche di archivio, analisi di rapporti di ricerca precedenti ecc.

L’obiettivo di questa prima fase è di individuare zone propizie per lo sfruttamento, dove nella seconda fase (quella obbligatoriamente soggetta a una VIA) è prevista la perforazione di pozzi profondi per ottenere la conoscenza indispensabile per progettare un impianto di estrazione di fluido e sfruttamento del calore e/o della risorsa mineraria.

I rischi di operazioni geotermiche, con perforazioni profonde e estrazione e reiniezione di grandi quantità di fluido, nel comprensorio del Lago con la sua complessa struttura del sottosuolo e con sistemi di faglie interconnessi capaci di generare terremoti fino al sesto grado Richter, sono conosciuti e inaccettabili. Tutti i sindaci della nostra zona, da anni e ancora recentemente a proposito del progetto pilota di Latera, si sono dichiarati contrari a tali opere.

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A In Toscana, per il permesso Montorio è stato presentato il progetto di ricerca geotermica “Poggio Montone – Montorio – La Grasceta” – progetto definitivo ai sensi dell’art. 532 L.R. 10/2010


La centrale geotermica di Soultz-sous-Forêts, dove un anno fa e per la prima volta in Europa, sono stati estratti dalla brina geotermica i primi chilogrammi di carbonato di litio di qualità batteria. Intanto l’impianto è stato smontato per scarsa remuneratività.


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Lista dei progetti (dicembre 2023):


Progetto

Sigla

Comuni

Società

Area km2

Arlena di Castro

AC

Arlena di Castro, Canino, Capodimonte, Cellere, Marta, Piansano, Tessennano, Tuscania

Futuro Energia

46,6

Castel Giorgio /1/)

CG

Castel Giorgio, Castel Viscardo, Orvieto            

ITW&LKW Geotermia Italia

14,15 (15,12)

Castro

Ca

Farnese, Ischia di Castro

Malalbergo

20,3

Celleno

Co

Bagnoregio, Celleno, Civitella D'Agliano, Graffignano, Montefiascone, Viterbo

Geoenergy

124

Cellere

Ce

Arlena di Castro, Canino, Cellere, Farnese, Ischia di Castro, Piansano, Tessennano, Tuscania, Valentano

Sorgenia Geothermal

107

Grotte di Castro

GC

Acquapendente, Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Onano, San Lorenzo Nuovo, Sorano

Power Field

72,1

La Veduta

LV

Acquapendente, Castel Giorgio

Sorgenia

22,7

Laertina

 

Capodimonte, Latera, Valentano,

ENEL Green Power

20,6

Lago di Bolsena

LB

Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Cellere, Marta, Montefiascone, Orvieto, Piansano, Valentano, Viterbo

Tombelle

156

Latera Pilota  /2/

LP

Capodimonte, Gradoli, Latera, Valentano

Latera Sviluppo

37,8

Marta

MF

Capodimonte, Marta

ENEL Green Power

43,3

Monte Fumaiolo

MF

Canino, Cellere, Ischia di Castro

Malalbergo

51,7

Montorio

Mo

Acquapendente, Castell’Azzara, Onano, Piancastagnaio, Proceno, San Casciano dei Bagni, Sorano

Sorgenia

101

Piana del Diavolo

PD

Farnese, Ischia di Castro

Geothermics Italy

40,8

Santa Maria di Sala

SMS

Farnese, Ischia di Castro, Valentano

Malalbergo

12,7

Torre Alfina  /3/

TA

Acquapendente

ITW&LKW Geotermia Italia

9,84

Tuscania

Tu

Tuscania, Monteromano, Tarquinia

Futuro Energia

71,2

Valentano (Nuova Latera)

Va

Latera, Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Valentano

ENEL Green Energy

111


(1) Castel Giorgio: 16 marzo 2020 - rilasciato il permesso di ricerca di risorse geotermiche denominato “CASTEL GIORGIO”, finalizzato alla sperimentazione dell’impianto pilota convenzionalmente denominato “CASTEL GIORGIO”.

(2) Latera Pilota: 25 luglio 2023 – avviata la procedura di compatibilità ambientale.

(3) Torre Alfina: Il Consiglio di Stato, con la sentenza 8 febbraio 2021 n. 1399 (leggi qui), accoglie l’appello dei Comuni di Acquapendente, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Orvieto contro la realizzazione dell'impianto (vedi news qui).

 

Fonte: Le varie edizioni del Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse



Chiave dei colori:

Istanza di Permesso di Ricerca di Risorse Geotermiche

Permesso di Ricerca di Risorse Geotermiche Accordato

Impianto Pilota: Istanza di Permesso di Ricerca di Risorse Geotermiche

Impianto Pilota: Avviata la procedura di compatibilità ambientale del progetto

Impianto Pilota: Avviata la procedura di compatibilità ambientale del progetto


 ___________________________________________________________________________________

 

 Comuni coinvolti, numeri di progetti nel comune:

 

Acquapendente, 4 progetti

Allerona, 1

Arlena di Castro, 2

Bagnoregio, 2

Bolsena, 2

Canino, 3

Capodimonte, 4

Castel Giorgio, 2

Castel Viscardo, 1

Castell’Azzara, 1

Celleno, 1

Cellere, 4

Civitella D'Agliano, 1

Farnese, 4

Gradoli, 3

Graffignano,1

Grotte di Castro, 2

Ischia di Castro, 5

Latera, 3

Marta, 3

Montefiascone, 2

Monteromano, 1

Onano, 2

Orvieto, 4

Piancastagnaio, 1

Piansano, 3

Proceno, 1

San Casciano dei Bagni, 1

San Lorenzo Nuovo, 2

Sorano, 2

Tarquinia, 1

Tessennano, 1

Tuscania, 3

Valentano, 5

Viterbo, 2