domenica 29 settembre 2013

Spiragli di luce


In una nota alla stampa del 26 settembre, il capogruppo di “Per il Lazio”, Riccardo Valentini, ha dichiarato:
Oltre 31 milioni di euro destinati agli interventi per la costruzione, il completamento, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle reti di distribuzione idrica, delle reti fognanti e delle opere annesse. A stanziarli, per il periodo 2013-2015, è la Regione Lazio su proposta dell’Assessore alle infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative, Fabio Refrigeri.
Il provvedimento rientra nell’ambito del Programma di utilizzazione degli stanziamenti per l’attuazione di interventi ambientali ed infrastrutturali per i prossimi tre anni. Nello specifico, per il 2013 la disponibilità è di 11 milioni e 610mila euro, per il 2014 di 6 milioni e 139mila euro e infine, per il 2015, di 13 milioni e 585mila euro. Finanziamenti fondamentali che rappresentano una vera e propria svolta a pochi mesi dall’insediamento della Giunta di Nicola Zingaretti. Finanziamenti che serviranno a costruire, completare, ristrutturare e ammodernare le reti di distribuzione idrica e le reti fognanti della regione Lazio, compreso l’anello di depurazione del Lago di Bolsena.
Un segnale forte in vista della risoluzione dei problemi idrici che caratterizzano il nostro territorio. Interventi che vanno ad affiancare quelli già programmati per risolvere una volta per tutte il problema dell’arsenico nelle acque con la costruzione di nuovi dearsenificatori e la ricerca di soluzioni di lungo periodo che permettano di far fronte e superare definitivamente l’emergenza.
Una situazione resa ancor più urgente dalla sentenza del Giudice di Pace di Viterbo che ha accolto le richieste di alcuni cittadini di Capranica condannando Talete S.p.a. al risarcimento dei danni nella misura di 1000 euro ciascuno, stabilendo, inoltre, il loro diritto ad una riduzione significativa della bolletta dell’acqua fino a quando Talete non ne garantirà la potabilità.
Un problema che ereditiamo da un passato quando si dovevano dare risposte concrete ai cittadini, senza illuderli e senza aspettare la scadenza delle deroghe concesse dall’Unione Europea. Risposte che daremo con finanziamenti e interventi certi, entro la fine dell’anno”.
Sembra quindi che il periodo di stallo e di apparente inattività dopo l’insediamento della Giunta Zingaretti, sia stato dovuto alla necessità di analizzare a fondo le problematiche ambientali e le possibili soluzioni, piuttosto che all’insensibilità riguardo alla tutela del nostro lago. Speriamo che quanto dichiarato sia l’inizio (finalmente!) di un impegno serio per la sua salvaguardia, e di presto poter conoscere la concreta ripartizione e i tempi di erogazione dei fondi: poiché i problemi sono tanti e urgenti, e i fondi pochi.


Allo stesso tempo si sta rendendo concreta la possibilità di una maggiore trasparenza e collaborazione dell'amministrazione regionale con le associazioni di volontariato: si stanno organizzando alcuni incontri fra i rappresentanti della petizione Salvalago e vari funzionari della Regione Lazio per discutere sulle molte criticità che incombono sul lago di Bolsena.
Tutto ciò grazie al coordinamento di Massimiliano Borelli, appartenente alla segreteria politica del Presidente, che si è attivato per organizzare questi incontri. Il Dott. Borelli si è dichiarato disponibile a partecipare ai colloqui assieme ai rappresentanti della petizione Salvalago, così da poter relazionare al Presidente su quanto discusso. Il programma degli incontri, chiesto dalle associazioni e ancora da confermare, è il seguente:
- con il responsabile delle Valutazioni di Impatto Ambientale Dott. Paolo Menna con riferimento alla geotermia ed ai possibili sismi e inquinamento di arsenico della falda potabile,
- con il Dott. Peppino Palumbo responsabile della classificazione qualitativa dei laghi, per discutere sulla discordanza dei dati ARPA rispetto a quelli del CNR,
- con il responsabile della gestione quantitativa dei laghi Dott. Dante Novello per quanto riguarda la gestione del livello e delle paratie sull'emissario,
- e con l’Assessore Fabio Refrigeri per conoscere il volume e i tempi di erogazione dei finanziamenti annunciati per il risanamento del collettore fognario del Lago di Bolsena.
Sabato 5 ottobre alle ore 12, su invito dell'Associazione Lago di Bolsena (capofila delle Associazioni Salvalago) verrà a Bolsena, presso l'auditorium del Comune, la Presidente della Commissione Petizioni dell’UE, On. Erminia Mazzoni, per rendersi personalmente conto delle emergenze del Lago, che è Sito d'Interesse Comunitario (SIC) e per valutare quanto può fare l'Unione Europea per risolvere i problemi. Ci auguriamo che tutti i cittadini, i sindaci, le associazioni di categoria, media e quanti altri hanno a cuore la tutela del lago coglieranno quest’unica occasione per incontrare l’esponente dell’Unione Europea.
Quanto precede, è un segnale importante che dimostra che la cittadinanza sta diventando un interlocutore importante, perché informato, imparziale e competente, nei confronti della Regione Lazio e dell’Unione Europea. L'incontro di sabato è un’occasione da non perdere per un confronto collettivo. Non mancate!

venerdì 27 settembre 2013

L’Europa in soccorso del Lago di Bolsena

Il Presidente della Commissione Petizioni dell’UE, On. Erminia Mazzoni assisterà, a Bolsena sabato 5 ottobre alle ore 12, a una riunione pubblica per ascoltare gli argomenti di cittadini, scienziati e rappresentanti della petizione “Salvalago” e per informarsi sui fatti che li hanno spinti a chiedere aiuto all’Unione Europea.

L’Associazione Lago di Bolsena, nella sua funzione di capofila di “Salvalago”, dichiara in una nota alla stampa, che ha inviato all’Unione Europea, all’inizio di settembre, una petizione avente per titolo: "Petizione riguardante il collettore fognario circumlacuale del lago di Bolsena". Con la quale, oltre che contestare le ottimistiche valutazioni dell’ARPA sullo stato del lago, ha chiesto l’intervento dell’UE per sollecitare le autorità italiane a verificare e in caso opportuno confutare i dati sulla certificazione dello stato delle acque del Lago di Bolsena, ed effettuare di conseguenza una nuova valutazione dello stato qualitativo del lago nel rispetto della normativa UE (direttiva 2000/60/CE) e della normativa italiana vigente (Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, n. 152).

Ha inoltre chiesto di verificare il rispetto della normativa UE (direttiva 2000/60/CE) riguardo ai criteri sullo stato delle acque richiesti alle autorità italiane, ed in caso di necessità chiedere un pronto intervento da parte delle stesse per ripristinare il buon funzionamento del collettore fognario circumlacuale, a nostro avviso, causa del preoccupante degrado dello stato delle acque del lago di Bolsena, oltre al depuratore, in sostanza non funzionante, situato lungo il fiume emissario.

 
La petizione e la documentazione allegata sono state regolarmente registrate dalla Commissione e verranno discusse dal Parlamento Europeo. A completamento di questo intervento, “Salvalago” ha invitato a Bolsena il Presidente della Commissione Petizioni dell’UE, On. Erminia Mazzoni, che gentilmente ha accettato l’invito e comunicato che sarà a Bolsena sabato 5 ottobre alle ore 12:00. Trattandosi di un evento importante il Comune di Bolsena si è offerto di ospitare l’incontro e di invitare Sindaci e cittadinanza.

Non è in programma una discussione sulla geotermia, per la quale è stata successivamente inoltrata un’apposita petizione. Sarà però senz’altro opportuno interrogare la Presidente Mazzoni sulla legalità dei provvedimenti contenuti nel “Decreto del Fare”, che aboliscono o sottraggono alla competenza della Regione norme a tutela dell’ambiente e dei cittadini, in una Zona di Protezione Speciale tutelata dall’Unione Europea. A questo proposito, sono sempre più insistenti le voci, che in un secondo “Decreto del Fare” sia prevista la totale soppressione della Valutazione d’Incidenza Ambientale per impianti pilota geotermici.

mercoledì 18 settembre 2013

Aggiornamenti Salvalago e Geotermia 2: due notizie buone, due cattive


Cominciamo dalle cattive: allarme su entrambi i fronti caldi ambientali. Da lunedì la parte settentrionale del collettore che raccoglie le acque reflue dei comuni di Gradoli, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro e Bolsena è staccata dall’anello circumlacuale; tutte le fogne di questi comuni finiscono nel Lago all’altezza della stazione 9 (Grancarro). Causa ne è la fatiscenza delle tubazioni che da tempo provoca perdite continue in questa zona e che ha costretto il COBALB a intervenire sostituendone un tratto – lavori pianificati e concordati con le autorità che dureranno alcuni giorni.
 
 
Un problema simile a Valentano causa, da quasi un mese, lo sversamento delle fogne delle località Felceti e Fontane nel Fosso Spinetto. Fatti che sottolineano ancora una volta l’urgenza di un risanamento completo del sistema fognario circumlacuale.
Non sembra legata a questi lavori una segnalazione che ci raggiunge da Bolsena circa un inquinamento della spiaggia nelle vicinanze del porto (vedi la foto sotto), ma piuttosto al fatto, più volte denunciato e finora ignorato dall’amministrazione comunale, di scarichi fognari incontrollati nei fossi del centro storico. Ripetiamo la nostra richiesta ai Comuni di una verifica delle reti fognarie locali.


Sul lato dello sfruttamento industriale della geotermia, sembra imminente il pericolo della ripresa dell'attività dell'impianto geotermico a Latera (forse con il riutilizzo dei due pozzi profondi ancora aperti dell’ENEL) in una nuova centrale a circuito chiuso, simile nella tecnologia a questa proposta sull’altopiano dell’Alfina. Il rispettivo iter amministrativo sta avanzando, impenetrabile per la cittadinanza (e persino per i sindaci), in chiara violazione della legge (Decreto Legislativo n. 33, G. U. 5/4/2013) che impone, con precise norme, trasparenza e partecipazione. 
Le nuove disposizioni del “Decreto del Fare” permettono alle ditte di ignorare i pareri di Comuni, Provincia e perfino della Regione, di realizzare rapidamente degli impianti pilota e di accedere agevolmente a incentivi succulenti il cui pagamento sarà, per decenni, a carico dei cittadini. Il problema fondamentale e la prospettiva di queste ricche entrate che spinge le aziende a forzare la realizzazione rapida delle centrali geotermiche con le cattive (minacce a oppositori) e buone (promesse di fondi e agevolazioni per sostenitori). In quest’ottica, non ci sono né interesse né tempo per valutazioni serie e approfondite dell’impatto sull’ambiente delle centrali, per prendere in considerazione i gravi rischi reali d’inquinamento delle falde acquifere e di terremoti indotti.
L’esperienza di quanto poco conti il parere di un singolo (anche se è sindaco che parla in nome della sua comunità), ha fatto a sue spese il primo cittadino di Valentano: che in autunno 2012 esprimeva parere contrario al conferimento del permesso di ricerca denominato “Cellere” (sito nel territorio dei Comuni di Cellere, Tuscania, Arlena di Castro, Canino, Tessennano, Ischia di Castro, Valentano, Piansano) alla Soc. Sorgenia Geothermal, parere che fu nettamente ignorato dalla Regione Lazio.

Necessaria è quindi l’opposizione determinata e compatta dei cittadini sostenuti dai Comuni e dalla Provincia. Ed è in questo ambito che giunge la prima notizia buona: a Montefiascone sta nascendo un gruppo di cittadini che vuole prendersi a cuore la tutela del territorio: con l’intento di informarsi e informare localmente sui problemi ambientali, e di unire le forze con le altre realtà del territorio visando a un’ampia mobilitazione civile e alla pressione efficace sulle carenti attività amministrative comunali, provinciali e regionali. A presto l’assemblea costitutiva del gruppo.

La seconda notizia positiva arriva da Bruxelles. Una versione rielaborata della petizione all’UE, riguardo all’obiettivo del 2015 stabilito dall’UE per un significativo miglioramento qualitativo dei corpi d’acqua superficiali, in particolare dei Siti d’interesse Comunitario, è stata protocollata e registrata, verrà discussa in Parlamento e poi in Commissione.
Riportiamo qui il testo integrale della petizione:
 

European Parlament

The President of the European Parlament
Rue Wiertz
B-1047 BRUSSELS

Oggetto: Petizione riguardante il collettore fognario circumlacuale del lago di Bolsena

Egregio Presidente,

Premesso che il lago di Bolsena è Sito d’Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale, segnaliamo che il collettore fognario circumlacuale e l’impianto di depurazione sono deteriorati al punto che rilevanti quantitativi di liquami di fogna non trattati giungono al lago e nel fiume emissario.
La normativa europea (direttiva 2000/60/CE, Water Framework Directive, recepita dell'ordinamento italiano tramite Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152)  prescrive che i laghi che nel 2008 erano in stato qualitativo “sufficiente”, come il lago di Bolsena, debbano migliorare allo stato “buono” entro il 2015.
Tuttavia nel corso di questi anni né le autorità locali né quelle regionali si sono adoperate affinché tali requisiti della direttiva citata fossero raggiunti.
Il conseguente degrado è dimostrato dalla quantità di fosforo totale contenuto nel lago che è aumentata da 8,1 µg/l nel 2005 a 13 nel 2011 (secondo dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR).
A dimostrazione del grave stato di degrado delle acque del lago e della preoccupazione della comunità locale, nell’estate del 2011 la nostra associazione ha raccolto 13000 firme per chiedere un intervento da parte delle autorità della Regione Lazio per il ripristino del collettore circumlacuale.
Fino ad oggi l'autorità regionale non ha intrapreso alcuna attività a riguardo, e l’obiettivo del miglioramento qualitativo del lago a “buono” sembra ormai molto difficile da raggiungere entro la data del 2015, per mancanza del tempo necessario per eseguire i lavori e ottenerne i benefici.
Lo stato qualitativo del lago viene ufficialmente certificato dall’ARPA Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio). Tuttavia tale certificazione dello stato delle acque del lago di Bolsena da parte di questo ente, come dimostra la documentazione ufficiale diffusa dall'ARPA Lazio in allegato, è stata effettuata fino al 2011 secondo criteri privi di validità scientifica. Secondo la normativa in vigore tale rilevazione e successiva certificazione dovrebbe avvenire nel momento in cui il valore dell'ossigeno disciolto e del fosforo totale raggiungono i valori più sfavorevoli dell’anno, quindi nel periodo di massima stratificazione del lago, ossia in dicembre, mentre l’ultimo monitoraggio effettuato dall’ARPA risale al 1 Luglio 2011, quindi in piena estate (come risulta dalla documentazione dell'ARPA Lazio in allegato).
Nel corso dello stesso periodo la nostra associazione, in collaborazione con il CNR del Lago Maggiore (massima autorità italiana in materia di laghi), ha effettuato analisi chimiche congiuntamente a vari monitoraggi multiparametrici (ossigeno trasparenza e clorofilla), da cui risulta chiaramente che lo stato SEL nel 2008 era “sufficiente”, mentre ad oggi il degrado delle acque è gravemente aumentato (come sopra specificato dalle analisi chimiche del CNR: nel 2008 il fosforo totale presente nelle acque era 8 µg/l, mentre nel 2011 ammontava a 13).
Per quanto precede chiediamo un intervento della UE per sollecitare le autorità italiane a verificare e in caso opportuno confutare i dati sulla certificazione dello stato delle acque del lago di Bolsena, ed effettuare di conseguenza una nuova valutazione dello stato qualitativo del lago nel rispetto della normativa UE (direttiva 2000/60/CE)e della normativa italiana vigenti (Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, n. 152).
Chiediamo inoltre alla UE di verificare il rispetto della normativa UE (direttiva 2000/60/CE) in relazione ai criteri sullo stato delle acque richiesti alle autorità italiane, ed in caso di necessità chiedere un pronto intervento da parte delle stesse per ripristinare il buon funzionamento del collettore fognario circumlacuale, a nostro avviso, causa del preoccupante degrado dello stato delle acque del lago di Bolsena e del depuratore, praticamente non funzionante, situato lungo il fiume emissario.
Ringraziandola per l’attenzione, voglia gradire i nostri migliori saluti.

Piero Bruni – Presidente

16 Settembre 2013


Allegati:

•Uno schema del collettore fognario e una foto che mostra un esempio di sversamento.

•Un estratto dal verbale del Prefetto di Viterbo con le dichiarazioni del Responsabile dell’ARPA e la successiva certificazione a SEL “buono”

•Le analisi chimiche del CNR che dimostrano l’avvenuto degrado.

 

 

venerdì 13 settembre 2013

Aggiornamenti: Salvalago e Geotermia


Come tutti sappiamo e come abbiamo riferito ripetute volte, da anni la salute del Lago di Bolsena è minacciata dalla fatiscenza delle strutture fognarie: il collettore circumlacuale è sempre meno in grado di raccogliere le acque nere, i depuratori non riescono più a depurarle. Sistematicamente, una parte delle fogne finisce nel Lago, l’altra parte nel fiume Marta. Conosciamo anche le cause del disastro: la situazione di stallo amministrativo-politico che perdura da più di quattro anni. Il COBALB, consorzio storicamente preposto a raccolta e depurazione delle acque fognarie, deve per legge confluire nella Talete, gestore unico del servizio idrico integrato. Talete, dalla parte sua, si rifiuta di accoglierlo, perché il consorzio è fortemente indebitato. Il debito accumulato negli anni, di più di due milioni di Euro, è dovuto a diversi fatti: uno maggiore è che da anni la Regione Lazio non sostiene più la gestione del COBALB (come, in base alle leggi regionali 21 e la 22 del 1994, avveniva prima), un altro che Talete trattiene la quota destinata alla depurazione contenuta nelle bollette (ma forse ha trasferito recentemente una parte di questa somma al consorzio). Comunque, è sempre il COBALB che di fatto gestisce collettore e depuratori e ne garantisce una minima funzionalità.

Due anni fa, più di 13 mila cittadini hanno aderito alla petizione Salvalago e chiesto l’intervento della Regione per risolvere definitivamente il problema. Come risposta, la Regione ha riconosciuto la gravità della situazione e si è impegnata con uno stanziamento di complessivamente 4 milioni di Euro destinato al completo risanamento del sistema fognario. Solo una piccola parte della somma è stata erogata per colmare le urgenze più gravi.

All’arrivo della Giunta Zingaretti si sperava nell’energico intervento della Regione annunciato nella campagna elettorale. Invece, la nuova amministrazione si è chiusa in un inspiegabile mutismo passivo e si è ritirata dall’impegno preso (è dubbio però se i fondi destinati alla copertura dell’impegno esistevano davvero), allo stesso tempo interrompendo il dialogo con la cittadinanza (nonostante le promesse di trasparenza e condivisione preelettorali) e rinunciando ad un’azione decisa e propositiva per prendere in mano la situazione. Ora, non sono né i Sindaci da soli, né il COBALB, né la Provincia che possono risolvere il problema: è necessaria una concertazione sotto la guida intelligente e responsabile della Regione per individuare una soluzione condivisa, sostenibile per tutti.

I Comuni hanno compiuto un primo passo, doloroso per loro nell’attuale situazione finanziaria, dichiarando la loro disponibilità a farsi carico del debito del COBALB - che però potrebbe essere molto maggiore di quello dichiarato nel suo bilancio. Anche qui è indispensabile l’intervento della Regione – per chiedere e fare chiarezza e per dare garanzie ai Comuni. Altrimenti, si rischia il fallimento del COBALB e un dilatamento all’infinito dei tempi di risoluzione dello stallo giuridico.

Tutto sommato, considerando la precarietà delle strutture, il sistema fognario ha superato l’estate senza grandi incidenti, grazie a un piccolo stanziamento tampone e la vigilanza del personale del COBALB: vari piccoli sversamenti e perdite, un grave sversamento nel Lago dalla stazione 8 tra Bolsena e Montefiascone, denunciato dal Corpo Forestale e seguito da un divieto di balneazione, la stazione di San Lorenzo fuori servizio (ormai da anni), le sottostazioni dei Felceti e di Valentano che funzionano a intermittenza (attualmente versando tutte le fogne nel Fosso Spinetto), il depuratore di Valentano con funzionalità ridotta, il depuratore di Marta ormai abbandonato a se stesso … Altre anomalie, ricadenti nella gestione di agenzie regionali, da rilevare: il livello troppo alto del Lago (ARDIS) e l’insufficiente sorveglianza sia igienico-sanitaria, sia ambientale delle acque (ARPA).
 
 

Per niente più positiva è la situazione sull’altro fronte caldo ambientale, riguardo all’attacco della geotermia industriale - attirata dai generosi incentivi in sostegno dello sfruttamento industriale delle energie rinnovabili - al bacino del Lago di Bolsena. Come esposto in alcuni post precedenti, lo sfruttamento delle risorse geotermiche profonde nel nostro territorio può comportare rischi seri per l’ambiente e per la popolazione. Da un lato, c’è da temere l’inquinamento della falda acquifera superficiale (di cui il Lago è la parte affiorante) con le acque contenute nei serbatoi geotermici. Dall’altro, le attività connesse alla realizzazione e all’esercizio delle centrali geotermiche possono provocare terremoti di una magnitudo comparabile a quella tipica della zona; gravi rischi che meritano un attento esame.

La cittadinanza aveva rilevato molte lacune, omissioni, sbagli e scorrettezze nell’iter di approvazione e di valutazione d’impatto ambientale (VIA) del primo impianto pilota progettato nella zona di Castel Giorgio, sull’altopiano dell’Alfina (tra l’altro, i rischi citati sopra non sono nemmeno stati presi in considerazione). Confrontato a questa opposizione organizzata e argomentata, condivisa dalla Regione Umbria, e al rischio di vedere bocciato il progetto nella commissione per le valutazioni ambientali regionali (con l’impossibilità di ripresentarlo tal quale), la ditta ITW-LKW negli ultimi giorni di agosto aveva ritirato il progetto.

Si teme, però, che ciò che poteva sembrare un fatto positivo, è solo il risultato di una disposizione del Decreto Fare entrato in vigore il 21 agosto, che sottrae impianti pilota geotermici alle valutazioni regionali. Infatti, affida la valutazione dell’impatto ambientale agli organi statali, più aperti agli argomenti delle imprese e lontani dal dissenso locale. Forse più grave ancora: lo stesso decreto esenta questi impianti dal rispetto della “Direttiva Seveso” (norma europea tesa alla prevenzione ed al controllo dei rischi di accadimento di incidenti rilevanti). Tutto questo grazie all'intervento notturno di un lobbista siciliano, l'onorevole Abrignani.

Comunque, la cittadinanza, organizzata in un comitato interregionale per la salvaguardia dell’ambiente, è decisa di continuare la lotta. Può contare sull’appoggio di molti Comuni e delle Province di Terni e Viterbo e spera in una ferma reazione delle Regioni (Umbria e Lazio) in difesa del loro territorio: difficilmente lo stato potrà ignorare la compatta e determinata opposizione della popolazione e delle amministrazioni locali.

mercoledì 4 settembre 2013

Solo un albero


All’Osservatorio è giunta la seguente lettera :

Buon giorno,

potreste dirci se un privato ha il diritto di abbattere un albero (pino marittimo) di circa 70 anni, sano, non pericolante, come successo a Capodimonte in località Palazzetta. Il pino faceva (con il suo compagno adesso rimasto solo) da cornice al vicino Monte Bisenzio (vedi le foto allegate). Il proprietario dice che ha il permesso del Comune e che le pigne che cadevano dall’albero davano fastidio, e comunque che era “solo un albero” (e quindi si poteva uccidere tranquillamente).

Grazie della vostra risposta




 




Per il taglio di un albero isolato da un privato è necessario il permesso del Comune, che non dovrebbe essere concesso senza valide ragioni e dopo il controllo dalla parte di un tecnico che valuta i motivi e costata la necessità dell’abbattimento. Solo per superfici boscate di estensione superiori ai tre ettari interviene il Corpo Forestale.

Purtroppo, da un lato a causa del grande carico di lavoro che gli Uffici Tecnici Comunali devono affrontare con personale sempre più ridotto, e in certi casi anche per mancanza di sensibilità, spesso questi permessi sono rilasciati automaticamente, tanto si tratta “solo di un albero”.

Molto probabilmente però, l’albero in questione si trovava in zona soggetta a vincolo paesaggistico e archeologico (da verificare nel Piano Paesaggistico del Comune). In questo caso, la domanda di abbattimento deve essere corredata di una documentazione estesa, e il Comune deve sottoporre la sua decisione alla Soprintendenza competente (vedi  D. Lgs 42/04, art. 134C – 136, 142 e 146, e DPR 139/10). Da verificare se questo iter è stato rispettato (abbiamo inoltrato la domanda al Comune di Capodimonte).

Tra l’altro, queste norme sono da rispettare non solo per l’abbattimento, ma anche per ogni intervento “incisivo”, per esempio la capitozzatura.