martedì 17 dicembre 2013

La corsa all'oro


Abitate in uno di questi comuni: Acquapendente, Allumiere, Anguillara Sabazia, Arlena di Castro, Bagnoregio, Bassano Romano, Blera, Bolsena, Bomarzo, Bracciano, Calcata, Campagnano Romano, Canale Monterano, Canepina, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Giorgio, Castel Sant’Elia, Castell’Azzara, Cellere, Celleno, Cerveteri, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Fiumicino, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Lubriano, Magliano Romano, Manziana, Marta, Mazzano Romano, Montalto di Castro, Montefiascone, Monteromano, Monterosi, Nepi, Onano, Oriolo Romano, Piancastagnaio, Piansano, Proceno, Roma, Ronciglione, Sacrofano, San Casciano dei Bagni, San Lorenzo Nuovo, Sorano, Soriano del Cimino, Sutri, Tarquinia, Tessennano, Tolfa, Trevignano Romano, Tuscania, Valentano, Vallerano, Vejano, Vetralla, Vignanello, Viterbo, Vitorchiano?

sfruttamento industriale della geotermia sull'Amiata, centrale Bagnore 3
Allora il vostro territorio è interessato da una delle numerose “Richieste di conferimento del permesso di ricerca per risorse geotermiche” di cui la Provincia di Viterbo è a conoscenza (417 di queste istanze sono in corso in tutto il Lazio), e che sono state presentate da 13 società diverse. Se eccettuiamo l’impianto geotermico di Castel Giorgio in Umbria per il quale è già stato presentato il progetto definitivo e che è in attesa della valutazione d’impatto ambientale ministeriale, le più avanzate pratiche nella Tuscia sono quelle di “Grotte di Castro”, di “Piana del Diavolo” (comuni di Cellere, Farnese e di Ischia di Castro) e di “Cellere”, per le quali la conferenza di servizi ha dato parere favorevole. Per il 20 dicembre 2013 è convocata la conferenza di servizi per il progetto “Celleno” (che interessa i comuni di Bagnoregio, Celleno, Civitella d’Agliano, Graffignano, Montefiascone e Viterbo) presentato dalla Geoenergy Srl, e anche qui il parere positivo finale sembra scontato: poiché nulla valgono in questa sede le rare opposizioni, come quelle del sindaco di Valentano per il progetto “Cellere” e dell’amministrazione di San Lorenzo per il progetto “Grotte di Castro”. Di regola le amministrazioni sono assenti, in due casi hanno dato parere favorevole (quella di Bolsena per il progetto “Grotte di Castro” e quella di Canino per il progetto “Cellere”): sarebbe invece importante dare, sin dall’inizio, un chiaro segnale di opposizione massiccia a questi progetti.

Anche se nella maggioranza dei casi le ricerche geotermiche preliminari si concentrano su misurazioni non intrusive, oppure prevedono al massimo la perforazione di pozzi di alcune centinaia di metri finalizzate a misure geofisiche, è comunque essenziale dichiarare, subito ed energicamente, la contrarietà dei comuni alle ricerche ulteriori e allo sfruttamento della risorsa geotermica.

Tuttavia la ricerca di risorse geotermiche non è limitata alle suddette misure non intrusive, ma prevede anche la trivellazione di pozzi esplorativi profondi e prolungate prove di produzione come descritto nel DPR 27/05/1991 n. 395. Sappiamo fin da ora che la fase successiva alla ricerca di superficie (e la sua continuazione logica) sono l’esplorazione profonda, e infine la “coltivazione” con numerosi pozzi profondi, e che ambedue comportano rischi inaccettabili per il nostro territorio. Se la fase di ricerca ha un risultato positivo, sarà poi molto difficile opporsi a questo sfruttamento finale e industriale della geotermia, a fronte degli ingenti costi sostenuti dalle imprese, attratte e motivate dagli esorbitanti incentivi (subdolamente inseriti nelle bollette pagate dai cittadini per i prossimi venti anni). Bisogna fermare questa corsa all’oro nella fase iniziale, adesso.

centrale geotermica sull'Amiata
Non siamo contrari alla geotermia in generale, ma bisogna valutare attentamente se l’impatto ambientale e sociale rapportato alle condizioni locali la rendano fattibile e conveniente. Nel nostro territorio, come evidenziato più volte, insorge il pericolo d’inquinamento delle acque della falda acquifera superficiale (cui fa parte il Lago di Bolsena) con acque del serbatoio geotermico ricche di sostanze nocive, e il rischio di forti terremoti indotti dovuto alla specifica conformazione del sottosuolo, nonché la minaccia dell’emissione nell’atmosfera di gas inquinanti e tossici, come la Regione Toscana consente nell’Amiata.

Sono in gioco la sicurezza e la salute delle persone. Una decisione che non può essere delegata al Sindaco, bisogna che la popolazione sia pienamente informata di tutti gli aspetti dei progetti e possa fare pesare la propria opinione con un referendum locale o altra procedura, come avviene in altri paesi. Sono o non sono i cittadini a decidere sulla loro salute e sul futuro del territorio? Spetta ai cittadini scegliere: appoggiare la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile di agricoltura e turismo nelle loro terre, o destinarle a zona industriale degradata dedicata al massimo sfruttamento delle risorse energetiche.

venerdì 13 dicembre 2013

Lasciateci vivere!


Tutto attorno al Lago li incontriamo, questi scheletri di alberi, vittime di maltrattamenti commessi durante il corso dell’anno. Assieme a centinaia di alberi abbattuti senza motivo valido ed alle migliaia di alberi minacciati e maltrattati, testimoniano della nostra insensibilità nei confronti degli alberi e del loro valore, sia quanto riguarda i molteplici servizi che rendono al nostro ecosistema, sia con riferimento alla loro importanza per il nostro benessere psicologico e spirituale: ancora consideriamo l’albero soltanto oggetto da manipolare a nostro piacere.


 

Ne abbiamo parlato in alcuni post precedenti e ne riparliamo adesso perché ci sono giunte varie segnalazioni di scempi e richieste di intervenire. I cittadini, che adottano anche forme fantasiose di sensibilizzazione, si sentono abbandonati dalle amministrazioni, inerti davanti alle continue violazioni di legge, e di conseguenza complici degli scempi.


Particolarmente gravi sono i casi dove gli alberi minacciati o danneggiati costituiscono un patrimonio storico e paesaggistico importante - ricordiamo soltanto la lotta per gli alberi condannati a morte della Faggeta del Lago di Vico e l’insensibilità di fronte al viale alberato “I Pioppi” a Capodimonte – pertanto unico nel mondo non solo per la sua bellezza, ma per la sua antichità ed estensione. Creato attorno al 1400 probabilmente dai duchi Farnese, il viale alberato fu tutelato dagli stessi Farnese con precise norme: “Si doveva subito ripiantare un novo albero, dove per qualunque cagione alcuno ne fosse mancato … “. Questo interesse nella cura del viale – che nel suo nucleo corrisponde alla doppia fila di alberi lunga più di due kilometri, a destra e sinistra dell’attuale viale Regina Margherita – rimase vivo fino all’inizio del secolo scorso, quando fu completato, a più riprese, con un filare di platani e pioppi lungo la riva del Lago. Soltanto in seguito “I Pioppi” furono seriamente danneggiati dall’espansione urbanistica e dalla costruzione di strutture turistiche (in grande parte abusive).



Nelle foto vediamo le vittime delle ultime sevizie: gli alberi in questione furono sottomessi alla capitozzatura ed a ulteriori interventi di “cura” – tutto ciò in modo rigorosamente illegale. Nasce il sospetto che si sia voluto uccidere gli alberi per sgomberare il campo all’installazione di tende, tettoie e verande; ed a niente è servito l’appello disperato di un cittadino “lasciateci vivere”.

Abbiamo trasmesso le segnalazioni agli organi pubblici e in contempo alla Procura della Repubblica e al Giudice di Pace, e speriamo nel loro intervento.

Per sostenere il loro patrimonio, sarebbe utile che i cittadini di tutti i comuni si attivassero e insistessero presso le loro amministrazioni sull’attuazione della legge 14 gennaio 2013 n.10, che nel suo articolo 7 riporta le “disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”. Tra l’altro, la legge obbliga i comuni a redigere l’elenco degli alberi, filari e alberate di particolare pregio da tutelare.