lunedì 25 gennaio 2016

Bilancio 2015


2015 – un altro anno di lotta dura per la tutela del Lago di Bolsena. E non sarà l’ultimo.

Finalmente si registra un successo sul fronte della raccolta delle acque fognarie del comprensorio lacustre e del loro smaltimento: è stata indetta la gara di appalto per il ripristino del disastrato collettore circumlacuale (anche se mancano alcuni chilometri di collettore per essere definito come tale). Il termine per la presentazione delle offerte scade l’otto febbraio, l’apertura delle offerte è prevista il 16 febbraio.
Durante tutto l’arco dell’anno scorso si sono succeduti piccoli e grandi sversamenti, accidentali oppure “programmati”, delle fognature nel Lago. L’ultimo è stato causato dalla rottura, il 12 dicembre, dell’unica pompa della stazione 14 sul confine tra i comuni di Marta e Montefiascone ed è durato quasi una settimana (vedi l’articolo del RG). Dopo le riparazioni le persone tendono a dimenticare, ma il Lago non dimentica perché accumula negli anni gli effetti dei successivi sversamenti, piccoli e grandi, e li rende misurabili sotto forma di concentrazione di fosforo totale.

 
Se tutto va bene i lavori potrebbero iniziare fine marzo, giusto in tempo per risolvere i problemi più urgenti del collettore prima della stagione estiva. Comunque, il grosso dei lavori (tempo complessivo previsto di 280 giorni) si farà dopo l’estate. Sono a disposizione circa 2 milioni di Euro – 1,3 milioni per ridare funzionalità al depuratore, 700 mila per riparare il collettore.

Sul fronte della geotermia l’esito della lotta è ancora incerto, ma le previsioni sono pessimistiche. Si ricorda (vedi i nostri post precedenti) che il permesso di ricerca geotermico si trova a cavallo delle Regioni Umbria e Lazio e che prevede due impianti “pilota” a media entalpia, uno a Castel Giorgio in procinto di concludere l’iter autorizzativo, e il secondo a Torre Alfina la cui procedura è nella fase iniziale. Sono impianti che espongono a rischio di inquinamento con arsenico l’acquifero dal quale viene attinta l’acqua per uso potabile, oltre ad aumentare il rischio sismico (per una documentazione completa vedi il sito dell’associazione Lago di Bolsena). Il Governo ha già autorizzato l’impianto di Castel Giorgio che ora deve essere convalidato dalle due Regioni presso la Conferenza dei Servizi appositamente costituita.

 
Ora che il progetto è arrivato nelle mani delle Regioni Lazio ed Umbria, più vicine alle tematiche del proprio territorio, si spera che si rendano consapevoli che l’impianto di Castel Giorgio preleverebbe da sotto il bacino del Tevere in Umbria 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico, contenente centinaia di microgrammi per litro di arsenico, per riversarlo sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena, mettendo a rischio di inquinamento il sovrastante acquifero. Tutto questo non accadrebbe se fossero adottate recenti (per pozzi profondi) tecniche alternative a basso rischio ambientale note come BHE o DHE (Borehole o Downhole Heat Exchanger).
Invece diventa sempre più evidente che le due Regioni sono pronte a cedere alle pressioni del Governo. Ultimo indizio ne è il fatto che i sindaci, i comitati e le associazioni dell’Orvietano sono stati ascoltati dalla Commissione Ambiente della Regione Umbria (incaricata di approfondire le tematiche relative alla geotermia “pilota” sull’Alfina) separatamente (contrario a quanto previsto) dalle rappresentanti della società ITW-LKW che vuole realizzare gli impianti. A ciò si aggiungono alcune dichiarazioni dell’Assessora all’Ambiente Fernanda Cecchini dell’Umbria (vedi l’articolo del RG).
L’associazione Lago di Bolsena ha chiesto alla Commissione Ambiente della Regione Lazio di convocare, come in Umbria, una audizione per ascoltare il parere dei sindaci e delle associazioni ambientaliste dei comuni del comprensorio. È fondamentale che la convocazione avvenga prima che la Regione Lazio esprima il proprio parere alla suddetta Conferenza dei Servizi. Procedura opportuna visto che in occasione di un convegno ad Orvieto tutti i Comuni, nessuno escluso, della vasta area umbro laziale che circonda gli impianti hanno detto NO ai due progetti: 25 Comuni che rappresentano 85 mila abitanti e 1700 km² del territorio! Si può ignorare la voce dei cittadini?

 
Il 2015 è stato anche l’anno in cui l’Amministrazione Regionale ha rinunciato a realizzare una tutela efficace e globale dell’ecosistema del Lago, che sarebbe invece l’unico modo per arrestare il suo degrado. Ha deciso di ignorare il preciso programma delineato nelle Misure di Conservazione della zona di protezione speciale (ZPS) del Lago e elaborato dai massimi esperti in materia sostituendolo con alcune misure completamente inadeguate (vedi il post).

In sintesi, un bilancio pesantemente negativo per il 2015: da una parte sono stati resi disponibili i fondi per il ripristino dell’attuale collettore, lasciando però irrisolte altri significativi problemi quali lo smaltimento delle acque reflue sul versante occidentale del Lago, la revisione delle reti fognarie locali, l’abusivismo e tante altre. Gli effetti si misurano con l’aumento del fosforo totale che è aumentato da 8 a 15 microgrammi per litro nel corso degli ultimi otto anni.
Tutto ciò soltanto dopo anni di esasperante lotta contro il muro di gomma, di impossibilità di dialogo - peraltro ampiamente promesso nel periodo elettorale da parte delle amministrazioni pubbliche - di promesse fatte e non mantenute, supportate da improbabili rassicurazioni dell’ARPA (vedi post). La lotta contro l’inquinamento fognario è stata efficacemente sostenuta dall’Unione Europea che ha minacciato il suo intervento (vedi post).
Dall’altro lato, pesa l’assenza di una gestione responsabile del territorio dovuta anche alla prioritaria disponibilità degli amministratori per favorire interessi politici, partitici e privati: un’assenza diventata evidente nella gestione del dossier Geotermia e nel rifiuto di adottare un efficace Piano di Gestione per il Lago.
Il tutto in un’atmosfera di mancanza totale di dialogo, di trasparenza amministrativa e di coinvolgimento della cittadinanza: in sintesi di mancanza di maturità democratica.

Non demorderemo, anche se si pone seriamente la questione: è ancora utile di proseguire sulla strada dei tentativi di dialogo con queste forze politiche, oppure bisognerebbe riflettere su altre strategie di lotta?

Chiudiamo con un’ultima, buona notizia: in seguito al costante e attento lavoro svolto dall’associazione animalista Irriducibili Liberazione Animale, la Provincia di Viterbo ha rinunciato all’eradicazione delle oche canadesi dal Lago di Bolsena, iniziata nella primavera 2015 è voluta fortemente dall’amministrazione comunale di Capodimonte (vedi i nostri post precedenti).
Comunicano gli “Irriducibili”: “I primi di dicembre, dopo vari contatti con la Provincia di Viterbo, ci viene comunicato che le oche canadesi potranno starsene libere nel lago di Bolsena senza essere sterilizzate. Abbiamo fatto tanta pressione e alla fine siamo riusciti ad ottenere un risultato. Non sappiamo per quanto durerà perché nulla è per sempre, ma almeno per un po’ le oche staranno in pace. Per il momento prendiamo positivamente quanto fatto finora, che non è poco” (vedi l’articolo).