lunedì 24 ottobre 2016

A proposito del taglio dei canneti


Recentemente un lungo tratto di canneto situato sul Lungolago di Montefiascone, tra il ristorante Morano e la località Gabbelletta, è stato tagliato e trinciato. Un intervento analogo è stato effettuato all’inizio dell’estate sul Lungolago di Gradoli.
 
canneto di Arundo donax sul Lago
A questo proposito ci sono giunte varie segnalazioni e interrogazioni, riguardo l’utilità e la legittimità degli interventi attuati. Se ci concentriamo sulla “pulizia” fatta a Montefiascone, la delibera N° 211 del 20 settembre specifica:

“ … Che da un sopralluogo del personale dell'Ufficio Tecnico Comunale, si è riscontrata la necessità di effettuare degli interventi di manutenzione ordinaria consistenti nella trinciatura delle erbe infestanti e soprattutto dei canneti ( Arundo donax ) che oltre a ostacolare la circolazione stradale sono luogo di deposito di immondizie varie e sopratutto soffocano la crescita delle cannavella (Phragmites australis) spontanee che costituiscono habitat naturale per la riproduzione delle alcune specie di pesci che popolano il Lago di Bolsena, al fine di mantenere un igiene mirata al rispetto dell’ambiente naturale …”.

cannuccia di palude (Phragmites australis)
La determina distingue tra la canna comune (o domestica) – Arundo donax, e la cannuccia a palude (cannavella) – Phragmites australis, quest’ultima una specie vegetale da tutelare: “Il canneto riveste una notevole importanza per numerose specie animali. È un ambiente di fondamentale importanza per la riproduzione di diverse specie ittiche quali il luccio, la scardola, la tinca e la carpa, che depongono le loro uova in prossimità delle canne e su altre piante acquatiche; inoltre questo ambiente offre rifugio e nutrimento agli stadi giovanili di molte specie di pesci. Per quanto riguarda gli Uccelli, nella ZPS il canneto costituisce l’habitat riproduttivo per il Tarabusino (specie di interesse comunitario), per 2 specie di Acrocephalini (Cannaiola e Cannareccione) oltre che per diverse specie di uccelli quali Svasso maggiore, Tuffetto, Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua. Svolge inoltre una funzione di ricovero notturno e in condizioni climatiche sfavorevoli durante i mesi invernali, per i numerosi contingenti di uccelli acquatici svernanti nel sito tra le cui specie ricordiamo la Strolaga mezzana” si legge nello Studio Generale ZPS “Lago di Bolsena – Is. Bisentina e Martana” e SIC “Lago di Bolsena” e “Isole Bisentina e Martana” (p. 197 ff.).

canna comune (Arundo donax)
Le Misure di Conservazione del Piano di Gestione per la ZPS/SIC del Lago propongono varie misure per la sua salvaguardia – e giustamente, la determina del Comune di Montefiascone tiene conto del suo grande valore ecologico.

L’Arundo donax invece è una specie comune e invasiva, la cui presenza “è legata a un intenso disturbo di origine antropica”: spesso in competizione con la cannuccia a palude limitando l’espansione di essa verso l’entroterra. Nondimeno, anche il canneto di canna comune svolge funzioni utili: di schermo (utile per mitigare il disturbo dovuto alla presenza antropica sulla riva nei confronti degli uccelli acquatici svernanti), di filtro (fascia tampone per i prodotti chimici utilizzati in agricoltura).
 
canneto dopo il taglio
Detto questo, occorre però rilevare che sarebbe stato opportuno, oltreché previsto dalle norme (DPR 120/2003), sottoporre la realizzazione dell’intervento alla procedura di “valutazione di incidenza”, necessaria per quegli interventi svolti all’interno o in prossimità dei siti della Rete Natura 2000 (come il Lago di Bolsena), in questo caso non al fine di osteggiare l’azione prevista, potenzialmente positiva come detto per l’ambiente naturale, ma al fine di individuare misure di mitigazione efficaci per andare a sostituire quelle funzioni ecologiche utili che comunque il canneto ad Arundo donax, svolgeva. 

In riferimento a quanto letto in un recente articolo (vedi qui), preoccupa comunque il pericolo di un'antropizzazione della zona che probabilmente farebbe sparire i piccoli lembi residui di canneto a Phragmites australis (come sul resto del Lungolago), invece di proteggerlo, di risanarlo e farlo sviluppare verso l’entroterra.
Enrico Calvario e Georg Wallner

mercoledì 19 ottobre 2016

Nuovi spunti



Il 10 settembre su invito del Comune di Capodimonte, l’appuntamento era al Museo della Navigazione nelle Acque Interne per l’incontro intitolato “La verità sulla salute del Lago di Bolsena” (qui il link alla registrazione video).
Nella gremita sala del Museo, la conferenza è stata aperta dal sindaco Mario Fanelli che ha dichiarato che gli amministratori conoscono benissimo le criticità del Lago. Le ha riassunto così:

- il completamento del collettore circumlacuale e la sua perfetta funzionalità,
- l’individuazione di scarichi di acque nere nei fossi e nelle acque bianche,
- il perfetto funzionamento del depuratore.

Si è impegnato a trovare le soluzioni per questi problemi.


Dopo di lui, Piero Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena, ha esposto in forma concisa i meccanismi che determinano lo stato di salute globale del Lago e i problemi che la minacciano. Ha evidenziato il chiaro trend all’aumento della concentrazione dei nutrienti nel Lago, in particolare del fosforo, e ha sottolineato che è urgente arrestare questa tendenza e il concomitante degrado dell’ecosistema del Lago:
- eliminando l’apporto di acque fognarie e di acque bianche inquinate,
- riducendo l’apporto di fertilizzanti provenienti da dilavamenti di origine agricola, e
- adottando misure efficaci per la tutela globale dell’ecosistema del Lago, tra cui il divieto della geotermia nel bacino.

Georg Wallner, referente per l’ambiente dell’associazione La Porticella, si è soffermato sulla spigolosa questione della balneabilità del Lago che è minacciata da episodi d’inquinamento di breve durata, a causa di sversamenti dalle reti fognarie (circumlacuali e comunali) e dell’inquinamento delle acque bianche che giungono al Lago. Ha illustrato come la normativa richiede adeguate misure di gestione della problematica al fine di tutelare i bagnanti e di eliminare le fonti d’inquinamento.
Ha riassunto che, visto l’assenza di tali misure, la sorveglianza sanitaria delle spiagge non è garantita, ed che non è lecito attribuire l’eccellenza alla balneabilità.
Infine, ha proposto che i cittadini stessi si prendano la responsabilità di un soddisfacente monitoraggio della qualità delle acque di balneazione.

Molto positivo era il fatto che tutti e tre i referenti erano concordi su tre delle principali misure urgenti da adottare per ridurre l’inquinamento delle acque - appunto quelle esposte dal Sindaco Fanelli. È interessante in particolare, che Fanelli promette di prestare attenzione all’individuazione e all’eliminazione di scarichi abusivi nelle acque bianche - nei fossi e nelle condotte delle acque bianche, e nei tombini stradali. Un importante passo verso la soluzione di un grande problema che affligge tutti i comuni del comprensorio, e che è stato a lungo ignorato e negato dalle amministrazioni.



 Poche settimane fa si è costituito il Comitato “Bolsena – Lago d’Europa”, un comitato per la tutela e la promozione del Lago di Bolsena con un’impostazione nuova: che parte dalla considerazione che il nostro lago è un bene non soltanto italiano, ma europeo – sostenuto da strumenti e risorse dei cittadini europea, e tutelato da leggi comunitarie. Il comitato è costituito da un nutrito gruppo di cittadini europei con un mix equilibrato di nazionalità – italiani, francesi, tedeschi, belgi, olandesi, inglesi …, che risiedono nel comprensorio del Lago o che lo frequentano. Si propone di creare una rete europea di sostegno politico, scientifico e culturale del Lago, e di intervenire per il suo sviluppo e la sua tutela presso l’Unione Europea. Il nostro lago, il primo lago veramente europeo?  
Vi invitiamo a visitare il sito del comitato e a sostenere le sue iniziative!



A Bolsena, dal 7 al 11 settembre, si è svolta la “EUPC 2016” (convergenza europea di Permacultura) con il titolo: “Permaculture: a living community” (Permacultura: una comunità vivente)
La Permacultura, inizialmente un insieme di tecniche per un’agricoltura permanente e sostenibile, è evoluta in un sistema di progettazione durabile in molti settori quali architettura, economia, ecologia e altri, e oggi è inteso nel senso generale come “permanent culture” – cultura permanente, durabile.
La Permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di (eco)sistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.”
Un importante evento su livello europeo; cinque giorni intensi di conferenze, workshops, presentazioni e attività (tra cui molte attività interessanti delle realtà permaculturali locali), ricchi di informazioni, novità e spunti. L’accento sulle realtà territoriali ha fatto nascere l’idea di applicare la progettazione permaculturale ai problemi attuali e locali – di sviluppare proposte di gestione durabile dell’ecosistema del Lago nella visione della Permacultura.
Possiamo sperare nei primi risultati per il prossimo Festival di Permacultura, a Bolsena nel 2017?



Un’ultima riflessione a proposito di queste immagini che illustrano alcune delle segnalazioni di abusi ambientali che ci giungono. Ci si chiede: com’è possibile che l’essere umano agisce così – ferire e uccidere gli alberi suoi fratelli, avvelenare, inquinare la sua sorella acqua, distruggere l’ambiente nel quale deve sopravvivere? Leggi, multe, sanzioni, denunce sono necessari, ma non in grado di risanare il problema di fondo, la profonda ferita, il distacco dalla base vitale dell’uomo.
Come guarirlo? Una via, forse l’unica, è di riacquisire, da piccoli, l’attenzione sensibile per tutto ciò che ci circonda. Riacquisire la sensibilità e l’insegnamento antico dei popoli indigeni - varie conferenze e workshops dell’EUPC hanno trattato questo complesso di temi.

Gli Indiani d’America riassumono così l’insegnamento degli loro antenati:
- il rispetto per l’altro e l’Altro -  che ci trasmette il senso che ognuno è collegato a Tutto e ne dipende;
- la volontà di entrare in questo cerchio della vita e collegarsi con il Tutto;
- la convinzione che tutto è sacro, il meravigliarsi: “ricominciare a stupirsi ogni mattina”.