venerdì 29 marzo 2013

Acqua alta – incontro a Bolsena



Già più volte abbiamo informato sulla gestione insufficiente del livello del Lago di Bolsena (in agosto 2012: Acqua bassa, e Aggiornamento sull’acqua bassa, e Acqua alta di questo mese).
Mercoledì 20 marzo, nella sala consiliare del Comune di Bolsena, si è svolto un incontro per discutere dell’emergenza causata dal livello troppo alto del Lago di Bolsena. Assieme al sindaco di Bolsena, Paolo Dottarelli, erano presenti i sindaci di San Lorenzo, di Gradoli e di Capodimonte, il direttore dell’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) Mauro Lasagna accompagnato da due tecnici tra cui Cristiano Marenghi di Montefiascone, l’ingegner Bruno Placidi, segretario delle autorità bacini regionali del Lazio, il neo consigliere regionale di minoranza Daniele Sabatini, Paolo Equitani, assessore all’Ambiente e vice presidente della Provincia di Viterbo, la dirigente dell’assessorato all’Ambiente Flaminia Tosini, il responsabile del servizio difesa suolo e gestione risorse naturali, Mario Busatto, e il presidente dell’associazione Lago di Bolsena, Piero Bruni.

 
I sindaci, anche con parole forti, hanno deplorato la situazione e denunciato danni a spiagge e strutture rivierasche, mettendo in causa la gestione dell’ARDIS: “da quando la competenza è passata all’ARDIS, la situazione è andata nel pallone”, ha detto Dottarelli. L’assessore Equitani si è unito agli amministratori locali chiedendo di individuare i responsabili del disastro, che dovrebbero rispondere materialmente e personalmente ai danni considerevoli. Per lui, la soluzione sta in una gestione che tiene al più basso possibile il livello del lago.

Il consigliere regionale Daniele Sabatini ha chiesto al direttore dell’ARDIS di intervenire. Ha ritenuto che, con la nuova stagione estiva alle porte, tutti gli amministratori di tutti i colori politici dovrebbero impegnarsi per la tutela del lago, e che l’ARDIS dovrebbe seguire meglio le realtà del territorio.
Piero Bruni ha ricordato che ormai da anni la sua associazione mette in guardia gli amministratori e l’ARDIS sull’insufficienza della regolazione del livello, senza trovare il minimo ascolto, e che esiste una valida base per evitare eccessive fluttuazioni del livello – il programma elaborato dall’università Roma 3 in collaborazione con la Soc. Lynx Natura e Ambiente e lui stesso, e contenuto nel piano di gestione della ZPS/SIC Lago di Bolsena. Ha sottolineato che la “legge di variazione” stabilita dall’ARDIS rappresenta un “desiderio” invece di un programma realizzabile in quanto prevede una differenza di soli 5 cm di livello tra estate e inverno, quando tutti sanno che l’evaporazione estiva e i prelievi di acqua provocano un abbassamento del livello di almeno 40 cm, che è impossibile evitare, salvo impreviste eccezionali piogge estive.

Bruni invitava a migliorare l’attuale programmazione dell’apertura delle paratoie sul fiume Marta (di cui purtroppo s’ignorano i dettagli) che all’evidenza è sbagliata. Ricordava inoltre gli elementi di base da considerare nella programmazione: un livello massimo di 110 cm in primavera e di 70 cm in autunno riferiti all’effettiva quota dell’incile, l’asimmetria della funzione di regolazione del deflusso, e la variazione dei parametri idrologici (entrate, uscite idriche) durante l’anno.
L’ing. Placidi da una parte riconosceva la responsabilità generale dell’ARDIS nella gestione del livello, dall’altra la relativizzava invocando lo studio scientifico (che non ci è accessibile) alla base della “legge di variazione” del livello – il compito dell’ARDIS consisterebbe soltanto nel dare atto ai risultati di questo studio. Inoltre annunciava la pubblicazione prossima di uno studio sugli effetti della gestione dell’incile sul bacino del fiume Marta.

Il direttore dell’ARDIS, Mauro Lasagna, ha osservato che le quote indicate da Bruni differivano da quelle dell’ARDIS perché la quota di riferimento era diversa. Premetteva che la regolazione del deflusso dal lago richiede un accordo che riunisce tutti gli interessi plurimi del territorio, tra cui anche quelli del bacino del Marta fino al mare – un deflusso elevato potrebbe creare danni agli agricoltori lungo il fiume. Lasagna ha affermato che l’ARDIS sorvegliava con cura il livello del lago con misure continue e controlli dal personale 2 o 3 volte la settimana. Causa dei problemi sarebbe la difficoltà nel trovare un accordo tra tutte le esigenze, cui si aggiungerebbe la situazione meteorologica particolare. Si è dichiarato disposto a mettere a disposizione, in massima trasparenza, tutta la documentazione sui movimenti delle paratoie, e sui livelli del lago e sui flussi nel Marta. In più, esprimeva la disponibilità dell’ARDIS a rivedere la “legge di variazione” tenendo conto di tutte le osservazioni, e a discuterne all’occasione di un prossimo incontro. Come interventi immediati prometteva l’apertura massima delle paratoie e la registrazione minuziosa di tutti i danni, la cui riparazione potrebbe essere considerata nel prossimo programma pluriennale dell’ARDIS.

In conclusione, possiamo costatare alcuni segnali positivi: l’attenzione crescente di alcune amministrazioni alla gestione responsabile del Lago, e la disponibilità dell’ARDIS al dialogo con associazioni e amministrazioni locali che potrebbe indicare una svolta e l’inizio di una collaborazione fruttuosa per il bene del nostro territorio.  

 

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