Già più
volte abbiamo informato sulla gestione insufficiente del livello del Lago di
Bolsena (in agosto 2012: Acqua bassa, e Aggiornamento sull’acqua bassa, e Acqua alta di questo mese).
Mercoledì 20
marzo, nella sala consiliare del Comune di Bolsena, si è svolto un incontro per
discutere dell’emergenza causata dal livello troppo alto del Lago di Bolsena.
Assieme al sindaco di Bolsena, Paolo Dottarelli, erano presenti i sindaci di
San Lorenzo, di Gradoli e di Capodimonte, il direttore dell’ARDIS (Agenzia
Regionale per la Difesa del Suolo) Mauro Lasagna accompagnato da due tecnici
tra cui Cristiano Marenghi di Montefiascone, l’ingegner Bruno Placidi,
segretario delle autorità bacini regionali del Lazio, il neo consigliere
regionale di minoranza Daniele Sabatini, Paolo Equitani, assessore all’Ambiente
e vice presidente della Provincia di Viterbo, la dirigente dell’assessorato
all’Ambiente Flaminia Tosini, il responsabile del servizio difesa suolo e
gestione risorse naturali, Mario Busatto, e il presidente dell’associazione
Lago di Bolsena, Piero Bruni.
Il
consigliere regionale Daniele Sabatini ha chiesto al direttore dell’ARDIS di
intervenire. Ha ritenuto che, con la nuova stagione estiva alle porte, tutti
gli amministratori di tutti i colori politici dovrebbero impegnarsi per la
tutela del lago, e che l’ARDIS dovrebbe seguire meglio le realtà del
territorio.
Piero Bruni
ha ricordato che ormai da anni la sua associazione mette in guardia gli
amministratori e l’ARDIS sull’insufficienza della regolazione del livello,
senza trovare il minimo ascolto, e che esiste una valida base per evitare
eccessive fluttuazioni del livello – il programma elaborato dall’università
Roma 3 in collaborazione con la Soc. Lynx Natura e Ambiente e lui stesso, e
contenuto nel piano di gestione della ZPS/SIC Lago di Bolsena. Ha sottolineato
che la “legge di variazione” stabilita dall’ARDIS rappresenta un “desiderio” invece
di un programma realizzabile in quanto prevede una differenza di soli 5 cm di
livello tra estate e inverno, quando tutti sanno che l’evaporazione estiva e i
prelievi di acqua provocano un abbassamento del livello di almeno 40 cm, che è
impossibile evitare, salvo impreviste eccezionali piogge estive.
Bruni
invitava a migliorare l’attuale programmazione dell’apertura delle paratoie sul
fiume Marta (di cui purtroppo s’ignorano i dettagli) che all’evidenza è
sbagliata. Ricordava inoltre gli elementi di base da considerare nella
programmazione: un livello massimo di 110 cm in primavera e di 70 cm in autunno
riferiti all’effettiva quota dell’incile, l’asimmetria della funzione di
regolazione del deflusso, e la variazione dei parametri idrologici (entrate,
uscite idriche) durante l’anno.
L’ing.
Placidi da una parte riconosceva la responsabilità generale dell’ARDIS nella
gestione del livello, dall’altra la relativizzava invocando lo studio
scientifico (che non ci è accessibile) alla base della “legge di variazione”
del livello – il compito dell’ARDIS consisterebbe soltanto nel dare atto ai
risultati di questo studio. Inoltre annunciava la pubblicazione prossima di uno
studio sugli effetti della gestione dell’incile sul bacino del fiume Marta.
Il direttore
dell’ARDIS, Mauro Lasagna, ha osservato che le quote indicate da Bruni
differivano da quelle dell’ARDIS perché la quota di riferimento era diversa. Premetteva
che la regolazione del deflusso dal lago richiede un accordo che riunisce tutti
gli interessi plurimi del territorio, tra cui anche quelli del bacino del Marta
fino al mare – un deflusso elevato potrebbe creare danni agli agricoltori lungo
il fiume. Lasagna ha affermato che l’ARDIS sorvegliava con cura il livello del
lago con misure continue e controlli dal personale 2 o 3 volte la settimana.
Causa dei problemi sarebbe la difficoltà nel trovare un accordo tra tutte le
esigenze, cui si aggiungerebbe la situazione meteorologica particolare. Si è
dichiarato disposto a mettere a disposizione, in massima trasparenza, tutta la
documentazione sui movimenti delle paratoie, e sui livelli del lago e sui
flussi nel Marta. In più, esprimeva la disponibilità dell’ARDIS a rivedere la
“legge di variazione” tenendo conto di tutte le osservazioni, e a discuterne
all’occasione di un prossimo incontro. Come interventi immediati prometteva
l’apertura massima delle paratoie e la registrazione minuziosa di tutti i
danni, la cui riparazione potrebbe essere considerata nel prossimo programma
pluriennale dell’ARDIS.
In
conclusione, possiamo costatare alcuni segnali positivi: l’attenzione crescente
di alcune amministrazioni alla gestione responsabile del Lago, e la
disponibilità dell’ARDIS al dialogo con associazioni e amministrazioni locali
che potrebbe indicare una svolta e l’inizio di una collaborazione fruttuosa per
il bene del nostro territorio.
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