Sono imminenti ormai importanti decisioni che definiranno il destino della
geotermia ad alta e media entalpia nel comprensorio del Lago di Bolsena.
Va premesso che la ITW-LKW è titolare di un concessione a nord di Bolsena
la cui superficie è per un terzo nell’Umbria e due terzi nel Lazio. Nella parte
umbra la società ha chiesto l’autorizzazione per l’impianto di Castel Giorgio,
mentre nella parte laziale ha chiesto l’autorizzazione per un secondo impianto
denominato Torre Alfina. La procedura per l’autorizzazione di Castel Giorgio è
alla sua fase conclusiva, mentre quella per Torre Alfina è appena avviata.
centrale geotermica |
La procedura richiede che oltre all’approvazione del Ministero allo
Sviluppo Economico occorra il consenso della Regione pertinente, ossia
dell’Umbria nel caso di Castel Giorgio. Al momento non sappiamo se tale
consenso verrà accordato; dovremmo saperlo martedì 8 settembre durante la
Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero.
Alla Conferenza sono convocati i comuni interessati e limitrofi, ad esempio
quelli di Castel Giorgio e Acquapendente, ed anche la Regione Lazio, affinché
esprimano il loro parere finale, pur non essendo determinante. La Regione Lazio
avrebbe la possibilità di fermare la procedura con una diffida dato che la
stessa ITW-LKW ha ammesso che con i pozzi deviati scarica a pressione sotto il
bacino idrogeologico del lago di Bolsena i fluidi geotermici (cancerogeni) utilizzati dall’impianto e prelevati sotto il bacino del
Tevere.
La convocazione della conferenza è in dispregio dei contenuti della
Risoluzione Parlamentare del 15 aprile 2015 che impegna il Governo ad una
moratoria delle autorizzazioni di sei mesi con il proposito di emanare delle
linee guida per definire dove si può autorizzare o meno la geotermia. Appare
chiaro che il governo vuole ad ogni costo approvare il progetto nel timore che
i nuovi regolamenti possano impedirlo. Perché mai il Governo prevarica le
commissioni parlamentari? Forza delle lobby geotermiche? Fin dove possono
arrivare?
Perché la Regione Lazio non interviene? Perché se l’impianto di
Castel Giorgio venisse bocciato, sarebbe compromessa anche l’autorizzazione di
Torre Alfina? Il silenzio regionale, che equivale a un assenso, diventa
comprensibile se si pensa che sono in gioco lucrose royalties (pagate dai contribuenti nelle bollette elettriche). Se fosse approvato il
progetto di Castel Giorgio si aprirebbe la strada allo sfruttamento su grande
scala della geotermia attorno al Lago dato che si moltiplicano le richieste di
concessione, che attorno al lago sono già più di 20, di cui 4 solo
sull’altopiano dell’Alfina. Una pioggia d'oro per le lobby e i loro promotori.
Ci va di mezzo la tutela del lago e del patrimonio termale e relativa
attività economica. Come evidenziato nel ricorso al TAR promosso dal Presidente
della Provincia di Viterbo e da sette Comuni umbri e laziali, la reiniezione,
oltre ad aumentare il rischio sismico, aumenterà la concentrazione di arsenico
nella falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua potabile per la
provincia di Viterbo e anche nell’acqua del lago.
Su questi argomenti è in corso un dibattito sul Corriere di Viterbo fra le
parti interessate che può essere consultato su questo link. Oltre agli
argomenti trattati che riguardano la contaminazione della falda di acqua
potabile e il rischio di terremoti indotti (questi aspetti tecnici saranno
trattati nella seconda parte di questo contributo), è sorto ultimamente anche
il dubbio che non sia legale conferire l’autorizzazione dell’impianto di Castel
Giorgio ad una società il cui capitale sociale è di soli 200.000 euro, dato che
non garantirebbe il rimborso di eventuali danni all’ambiente, alle persone, alle
cose, il ripristino del sito, ecc. Non è da escludere un ricorso al
Tribunale Amministrativo.
Rimane aperta la grande domanda: La Regione Lazio troverà l’8 settembre il
coraggio di difendere il lago di Bolsena e di dire No alla lobby geotermica?
Piero Ginori Conti e il suo primo impianto geotermico a Larderello |
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