Diego Righini, manager dell'ITW-LKW Geotermia Italia, |
“Se fossimo passati, da queste autorità, con le “bustarelle” a quest’ora tutto sarebbe risolto” si lamenta Righini. Per Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato e commentato una lettera aperta del manager, “… un lamento sbagliato, inaccettabile, che i destinatari dell’ipotetica “unzione” sanno respingere con la dovuta indignazione”, ma è uno “sfogo umanissimo” (vedi il contributo).
Parlando di “violenza amministrativa”, Righini
protesta: “Non ci crederete, ma paghiamo migliaia di dirigenti e dipendenti
pubblici per non avere in cambio da loro nulla di quello che ci serve come
imprenditori e cittadini”.
Evidentemente, Righini è a conoscenza dei
personaggi corrompibili in grado di facilitare le sue pratiche.
“Faccia i nomi, dica chi sarebbero coloro
disponibili a cedere alle pressioni di qualsiasi imprenditore, si rivolga alla
magistratura penale e chieda giustizia” afferma un rappresentante delle
istituzioni locali dell’orvietano. “Se qualcuno può essere condizionato da un
sistema ‘oliato’ non si perda tempo e si vada direttamente negli uffici della
Procura della Repubblica competente”, aggiunge un sindacalista del territorio”
secondo un
articolo del RadioGiornale.
Ma il vero motivo dell’esternazione di Righini
è di fare il suo dovere da “imprenditore e cittadino”? Perché il famoso
quotidiano economico italiano da voce e sostegno al manager dell’ITW LKW?
Se si trattasse solo del manager Righini,
personaggio poco significante reduce da una breve e sfortunata carriera
politica nel MIR (Moderati in rivoluzione, 0,2 % di consensi nel 2013, poi
dissoltosi in FI, il cui leader Gianpiero Samorì – vicino a Dell’Utri e alla
massoneria (vedi qui
e qui)
- rinviato a giudizio per il crac della banca Tercas), qualcuno ne prenderebbe
nota? Ha ricevuto un minimo di attenzione soltanto in febbraio 2013 quando ha
invitato a “colpire una giornalista di sinistra che punta a fermare la nuova
politica” (colpevole perché “la sera si vede con i vertici del Pd”) pubblicando
nome e numero di telefono della giornalista: “Chiamatela, potrebbe accontentare
anche a voi!” (vedi
il contributo , da non perdere anche la sua intervista
in occasione del Festival dell’Energia 2014, dove si presenta da eccellente
venditore (di fumo)).
impianto geotermico |
Altrettanto priva di interesse è la società
rappresentata da Righini: secondo le ricerche dell'Associazione Lago di Bolsena, ha un socio unico di diritto austriaco, è stata
fondata con capitale di 200.000 euro ed ha un unico dipendente. La ITW-LKW
Geotermia Italia non ha mai fatto un lavoro di qualsiasi natura e neppure il
socio unico, e non ha di conseguenza alcuna competenza tecnica.
Questi sono quindi il personaggio e la ditta a
cui vogliamo affidare un progetto delicatissimo per la salute dell'ambiente e
dei cittadini?
Sappiamo però che a livello governativo un
solido patto traversale appoggia il progetto di Castel Giorgio (Abrignani,
Barberi ecc.) ed esercita una notevole pressione sulle Regioni, che danno
segnali di cedere, pronte a revocare parole date e opinioni contrarie pubblicamente
espresse (Refrigeri, Valentini) nel passato (vedi
qui). La cittadinanza rappresentata da tutti i Sindaci del comprensorio è
compattamente contraria al progetto (vedi
il nostro post).
Non potrebbe quindi trattarsi piuttosto di un
monito dall’alto, diretto alle Regioni e gli addetti incaricati a decidere sui
permessi? Un monito che contiene anche un
accenno alla possibilità di fare i nomi di quelli che (come insinua Righini) prendono
“le bustarelle”?
Avrà lo sperato successo questo monito, potrà agevolare
l’arrivo del placet delle Regioni? Forse non sarà così semplice: il presidente della
seconda Commissione di Palazzo Cesaroni, Eros Brega, in una nota “condivisa
anche dai componenti dell'organo assembleare” ritiene "gravissime e
inaccettabili le considerazioni che il manager della società Itw-Lkw, Diego
Righini, ha espresso” (vedi
articolo).
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