“Il lago di Bolsena tra i più
inquinati d’Italia. A dirlo è il rapporto annuale di Legambiente” …
Non è cambiato nulla: Esattamente come l’anno scorso, la Goletta dei Laghi
di Legambiente (vedi il bollettino) riscontra una
situazione preoccupante delle acque di balneazione del Lago di Bolsena - sei
campioni su sette risultano fortemente inquinati.
Comune
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Luogo
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Analisi
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Bolsena
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Foce Fosso del Cimitero
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entro i limiti
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Montefiascone
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Foce torrente nei
pressi del parco giochi
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fortemente inquinato
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Marta
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Lago, presso spiaggia
in fondo a via Cava
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fortemente inquinato
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San Lorenzo Nuovo
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Fosso il Fiume (Le
Vene)/ Foce del Fosso Ponticello
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fortemente inquinato
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San Lorenzo Nuovo
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Foce canale in località
Prati Renari
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fortemente inquinato
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Capodimonte
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Spiaggia in viale Regina
Margherita (tra via dei Pini e via degli Eucaliptus)
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fortemente inquinato
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Gradoli
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Foce fosso Cannello o
foce del fosso Rigo
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fortemente inquinato
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Si arrabbiano: “Non è possibile che
chiunque si svegli la mattina possa pensare di fare delle analisi e di mettersi
a parlare di vicende che non conosce”.
Giudicano: “Come mai i loro [dell’ARPA]
dati risultano nella norma e quelli di
Legambiente no? Risulta ovvio che solo uno dei due possa aver ragione, ma visto
che l’Arpa è una società di professionisti che svolge da sempre controlli molto
accurati con cadenza regolare, tendo a protendere per dar ragione a
quest’ultima”.
E riassumono: “Enigma risolto,
quindi, il divieto di balneazione non ci sarà perché i dati di Arpa
contraddicono quelli di Goletta Verde”.
La verità, purtroppo, è tutt’altra. La
professionalità degli operatori di Legambiente è incontestabile, i loro dati sono validi quanto
lo sono i dati dell’ARPA; ambedue rispecchiano due facce della realtà:
Le acque di balneazione sono pulite là dove non ci sono fonti
d’inquinamento e in giorni a basso rischio d’inquinamento – nei luoghi e
periodi dove l’ARPA prende i prelievi. Invece, vicino a possibili fonti d’inquinamento (foci dei fossi, scarichi dei serbatoi di accumulo del COBALB, scarichi abusivi …), le acque possono essere inquinate, soprattutto in periodi a rischio – luoghi e periodi dove Legambiente non evita di prendere campioni.
Ed è probabilmente per questo motivo che Legambiente ha trovato fortemente inquinate le spiagge del Lago di Bolsena il 17 luglio, due giorni dopo gli acquazzoni del 15 luglio. In vari modi le piogge possono causare un inquinamento del Lago: attraverso i scoli dei tombini stradali che convogliano le acque “bianche” (incluso ogni specie di sporcizia raccolta strada facendo) nel Lago, attraverso i fossi dove si accumulano sozzure e confluiscono numerosi scarichi abusivi …
inquinamento di un fosso |
Un grande problema è che l’ARPA Lazio, quando dichiara “eccellente” la balneabilità delle acque, abbellisce la realtà: applica una normativa valida nel caso di un lago “sotto controllo”, senza scarichi abusivi e accidentali (quindi nell’ipotesi di una situazione stabile, statica della qualità delle acque) al Lago di Bolsena dove si verificano frequenti “inquinamenti di breve durata”, a causa del collettore fognario disastrato e delle numerose altre fonti d’inquinamento attive (vedi link). Questa situazione richiederebbe una frequenza più alta dei prelievi, oltre che a fissare i punti di monitoraggio (D.Lgs. 116/08) “... dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti ed il rischio più elevato di inquinamento“: ed è qui dove Legambiente trova l’acqua inquinata, mentre l'ARPA evita questi punti a rischio. Il caso più lampante è il Lungolago di Capodimonte dove i bagnanti sono effettivamente senza sorveglianza sanitaria.
Inadempienze dell'ARPA e di responsabilità comunale quindi, e non solo malfunzionamenti del
collettore COBALB. Ma anche qui troviamo una situazione a rischio: i lavori per
il ripristino del disastrato collettore circumlacuale non sono ancora stati assegnati, causa intoppi amministrativi e
problemi legati alla nuova normativa degli appalti pubblici. Ormai sembra sicuro che l’inizio
dei lavori slitterà all’anno prossimo, con il pericolo di sversamenti fognari
durante l’alta stagione.
Un altro aspetto è la diffusa politica del negare ogni problema, dell'oscurare – la politica
dello struzzo - che è altamente controproducente poiché impedisce l’impegno serio per
risolvere le criticità, con la sistematica e colpevole soppressione delle informazioni ritenute scomode. Un’eclatante
esempio è la censura esercitata dalla direzione del festival “Cinecastello” a
Bolsena (direttore Emiliano Leoncini, relatore Aldo Forbici, giornalista
RAI), dove il documentario “Lago nostro – Futuro nostro” (vedi il trailer) creato da Stefan
Karkow e Carla Zickfeld all’ultimo momento (e dopo la pubblicazione dei dati di
Legambiente!) è stato eliminato dal programma (da tempo stabilito).
manifesto di "Cinecastello" del 18 luglio, prima della censura |
Perché? Un film che mostra in maniera olistica le bellezze, l’ambiente del
lago come unità di acqua e terra e discute con scienziati (ecologisti e
biologi, climatologi, urbanisti), ma anche alla base con contadini e pescatori,
i problemi e soluzioni per risolvere i problemi ecologici attuali. Un Slow-Film
poetico che documenta e discute in maniera olistica nostro territorio e
potrebbe essere anche considerato un studio antropologico, un omaggio alle
persone che sono coinvolte. Però considerato “un film politico” dal direttore, e “la politica non vogliamo qui”.
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