giovedì 18 ottobre 2012

Impatto della navigazione sull’ecosistema del Lago


Rispondiamo alla domanda di una lettrice:

“vorrei conoscere quali siano i motivi ecologici che spingono verso un divieto delle barche a motore a combustione. In attesa di leggere vostre eventuali delucidazioni, saluto cordialmente, Maria Tellik”

(nella risposta ci appoggiamo in parte sul “Rapporto sullo stato di salute del Lago di Bolsena” dell’associazione La Porticella)

Il Lago di Bolsena è l’unico lago di dimensioni medio-grandi dell’Italia centrale dove è ammessa la navigazione da diporto con motori a combustione. In molti laghi nel mondo l’uso di motori a combustione è vietato o fortemente disciplinato.

La navigazione ha un’indubbia impronta negativa sull’ecosistema del Lago - causa direttamente inquinamento e deteriora l’ecosistema in altri modi. Invece è assente l’effetto benefico delle eliche (vedi “La favola dell’ossigenazione”).

- per un motoscafo con motore a combustione, fino al 30% del carburante consumato è rilasciato nell’acqua. Questo inquinamento è legato alla qualità e lo stato tecnico dei motori che attualmente non sono sottomessi a controlli. Non disponiamo di misurazioni affidabili dell’inquinamento da idrocarburi e da certi additivi al carburante, tossici e cancerogeni (certi idrocarburi poliaromatici, MTBE ...), e neanche della concentrazione di sostanze rilasciate da vernici protettive antivegetative delle barche.

- per quanto riguarda l’inquinamento da fosforo, sappiamo che a ogni passaggio di un motoscafo in acque basse (fin a circa 6 metri), una parte del fosforo assorbito da sedimenti fini depositati sul fondo viene, a causa del rimescolamento del fondo, rimesso in sospensione, per essere facilmente disponibile come nutriente. Più potente il mezzo, più efficace il rimescolamento.

- le numerose barche turistiche inquinano tramite scarichi fognari abusivi o accidentali, soprattutto le barche cabinate - una parte consistente di loro scarica le acque nere, spesso arricchite di prodotti chimici, direttamente o dai serbatoi “a mare”; d’altronde mancano nei porti le strutture per smaltire i liquami accumulati nei serbatoi. Si stima che così, in giornate di forte afflusso, qualche centinaio di turisti fa i loro bisogni nel Lago.

- le aree di sosta delle barche sono fonte di forte inquinamento (sversamento di carburante, di varie sostanze durante lavori di manutenzione, di liquami) che irradiano sulle zone limitrofe e su tutto il Lago.

- le barche a motore a combustione causano un notevole inquinamento acustico.

- le barche a motore facilitano l’accesso a zone protette dalla riva, con un degrado conseguente di flora e fauna. Già il loro passaggio vicino a nidi, tane, e in generale a habitat protetti, porta al degrado della fauna.

È difficile quantificare questi effetti. Le barche sono probabilmente la terza causa d’inquinamento diretto, dopo scarichi fognari e l’inquinamento causato dall’agricoltura, e la terza causa di deterioramento dell’ecosistema, dopo la cementificazione (“urbanizzazione”) e gli interventi dell’agricoltura convenzionale.

Alcuni dei punti elencati sono già oggetto di regolamenti e divieti in vigore – l’osservazione di queste regole però non è assicurata, perché mancano i mezzi per un controllo efficace e continuo.

Per limitare l’impatto ambientale globalmente negativo delle barche a motore, le Misure di Gestione del Piano di Gestione della ZPS Lago di Bolsena propongono, come misura immediata, la limitazione del numero delle barche (oggi in principio illimitato) a meno di mille in tutto il Lago, e della potenza dei motori a meno di 40 cavalli - nel 2010, solo a Capodimonte erano posteggiate più di 400 barche a motore (delle quali più di 100 in posti abusivi), con una potenza media di quasi 100 cavalli.

L’ecosistema del Lago non può assorbire uno stress ambientale sempre crescente, senza limiti.

Bisognerebbe confinare le barche a motore ai posteggi regolamentari, omologati e sorvegliati da personale abilitato. Questi posteggi devono essere corredati di strutture per accogliere le acque nere dalle barche, oli usati e carburante, che devono essere avviati al loro smaltimento corretto. Il personale deve sorvegliare l’utilizzo di questi impianti, e sorvegliare ed eliminare possibili inquinamenti nei porti. Da sopprimere i posteggi “selvaggi” diffusi, e da introdurre e far rispettare una distanza di sicurezza dagli habitat sensibili. Da favorire l’introduzione di motori elettrici, ad esempio per i noleggi di barche.

Nella prospettiva, le barche turistiche con motori a combustione non hanno più posto nel Lago. È da favorire un turismo rispettoso dell’ambiente e interessato nella flora e fauna ricostituita del lago, con escursioni guidate negli habitat delle specie autoctone da punti d’osservazione definiti. Non solo l’ambiente beneficerebbe di questo cambiamento – la transizione a un turismo più “verde” promette nuove prospettive economiche per il Lago: fatto avverato per molti laghi in Europa, per esempio i laghi prealpini in Baviera.

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