Rispondiamo
alla domanda di una lettrice:
“vorrei conoscere quali siano i motivi ecologici che
spingono verso un divieto delle barche a motore a combustione. In attesa di
leggere vostre eventuali delucidazioni, saluto cordialmente, Maria Tellik”
(nella risposta ci appoggiamo in parte sul “Rapporto sullo stato di salute
del Lago di Bolsena” dell’associazione La Porticella)
Il Lago di
Bolsena è l’unico lago di dimensioni medio-grandi dell’Italia centrale dove è
ammessa la navigazione da diporto con motori a combustione. In molti laghi nel
mondo l’uso di motori a combustione è vietato o fortemente disciplinato.
La
navigazione ha un’indubbia impronta negativa sull’ecosistema del Lago - causa direttamente
inquinamento e deteriora l’ecosistema in altri modi. Invece è assente l’effetto
benefico delle eliche (vedi “La favola dell’ossigenazione”).
- per un
motoscafo con motore a combustione, fino al 30% del carburante consumato è
rilasciato nell’acqua. Questo inquinamento è legato alla qualità e lo stato
tecnico dei motori che attualmente non sono sottomessi a controlli. Non
disponiamo di misurazioni affidabili dell’inquinamento da idrocarburi e da
certi additivi al carburante, tossici e cancerogeni (certi idrocarburi
poliaromatici, MTBE ...), e neanche della concentrazione di sostanze rilasciate
da vernici protettive antivegetative delle barche.
- per quanto
riguarda l’inquinamento da fosforo, sappiamo che a ogni passaggio di un
motoscafo in acque basse (fin a circa 6 metri), una parte del fosforo assorbito
da sedimenti fini depositati sul fondo viene, a causa del rimescolamento del
fondo, rimesso in sospensione, per essere facilmente disponibile come
nutriente. Più potente il mezzo, più efficace il rimescolamento.
- le numerose
barche turistiche inquinano tramite scarichi fognari abusivi o accidentali,
soprattutto le barche cabinate - una parte consistente di loro scarica le acque
nere, spesso arricchite di prodotti chimici, direttamente o dai serbatoi “a
mare”; d’altronde mancano nei porti le strutture per smaltire i liquami accumulati
nei serbatoi. Si stima che così, in giornate di forte afflusso, qualche
centinaio di turisti fa i loro bisogni nel Lago.
- le aree di
sosta delle barche sono fonte di forte inquinamento (sversamento di carburante,
di varie sostanze durante lavori di manutenzione, di liquami) che irradiano
sulle zone limitrofe e su tutto il Lago.
- le barche a
motore a combustione causano un notevole inquinamento acustico.
- le barche a
motore facilitano l’accesso a zone protette dalla riva, con un degrado
conseguente di flora e fauna. Già il loro passaggio vicino a nidi, tane, e in
generale a habitat protetti, porta al degrado della fauna.
È difficile
quantificare questi effetti. Le barche sono probabilmente la terza causa
d’inquinamento diretto, dopo scarichi fognari e l’inquinamento causato
dall’agricoltura, e la terza causa di deterioramento dell’ecosistema, dopo la
cementificazione (“urbanizzazione”) e gli interventi dell’agricoltura
convenzionale.
Alcuni dei punti
elencati sono già oggetto di regolamenti e divieti in vigore – l’osservazione
di queste regole però non è assicurata, perché mancano i mezzi per un controllo
efficace e continuo.
Per limitare
l’impatto ambientale globalmente negativo delle barche a motore, le Misure di
Gestione del Piano di Gestione della ZPS Lago di Bolsena propongono, come
misura immediata, la limitazione del numero delle barche (oggi in principio
illimitato) a meno di mille in tutto il Lago, e della potenza dei motori a meno
di 40 cavalli - nel 2010, solo a Capodimonte erano posteggiate più di 400
barche a motore (delle quali più di 100 in posti abusivi), con una potenza media di
quasi 100 cavalli.
L’ecosistema
del Lago non può assorbire uno stress ambientale sempre crescente, senza
limiti.
Bisognerebbe
confinare le barche a motore ai posteggi regolamentari, omologati e sorvegliati
da personale abilitato. Questi posteggi devono essere corredati di strutture
per accogliere le acque nere dalle barche, oli usati e carburante, che devono
essere avviati al loro smaltimento corretto. Il personale deve sorvegliare
l’utilizzo di questi impianti, e sorvegliare ed eliminare possibili
inquinamenti nei porti. Da sopprimere i posteggi “selvaggi” diffusi, e da
introdurre e far rispettare una distanza di sicurezza dagli habitat sensibili. Da
favorire l’introduzione di motori elettrici, ad esempio per i noleggi di
barche.
Nella
prospettiva, le barche turistiche con motori a combustione non hanno più posto
nel Lago. È da favorire un turismo rispettoso dell’ambiente e interessato nella
flora e fauna ricostituita del lago, con escursioni guidate negli habitat delle
specie autoctone da punti d’osservazione definiti. Non solo l’ambiente
beneficerebbe di questo cambiamento – la transizione a un turismo più “verde”
promette nuove prospettive economiche per il Lago: fatto avverato per molti
laghi in Europa, per esempio i laghi prealpini in Baviera.
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