ARPA – agenzia per la protezione dell’ambiente?
All’occasione
dell’incontro “Recupero e Valorizzazione del Lago di Bolsena”, il 20 settembre
scorso a Marta, il professor Nascetti, professore ordinario di Ecologia dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, ha dichiarato,
senza mezze parole, che le analisi dell’ARPA Lazio per quanto riguarda la
determinazione dello stato ecologico (SEL) del Lago di Bolsena, non sono
attendibili.
Un giudizio che
stupisce poiché “la parola dell’ARPA è legge” (come ricordò il Sindaco di Marta
durante lo stesso incontro), il suo verdetto è ultimo è irrevocabile: all’importanza
singolare di questa posizione dovrebbe corrispondere un senso di responsabilità
altrettanto alto.
Però, dopo la
lettura del Rapporto Tecnico 2011 dell’ARPA Lazio “Qualità delle acque del
Bacino del fiume Marta” e dopo un confronto con le analisi date dalle
associazioni “Lago di Bolsena” e “La Porticella” nei loro rispettivi rapporti
annuali, siamo inclini a dare ragione a Nascetti: gravi errori e omissioni
caratterizzano la determinazione dall’ARPA dello stato ecologico, ma anche dello
stato chimico (che insieme al SEL definisce lo “stato di qualità”) e dello
stato igienico sanitario del Lago.
Secondo la
normativa applicata nel rapporto dell’ARPA, lo stato ecologico è determinato da
4 parametri quando manifestano i valori annuali più sfavorevoli, ossia: la
trasparenza, la concentrazione dell’ossigeno, la concentrazione della clorofilla
"a" e la concentrazione del fosforo. Le deduzioni dell’ARPA si basano
su campioni presi in aprile e in luglio, lontano dalle condizioni di “massima
stratificazione” (che si verificano in dicembre) prescritte dalla normativa per
la determinazione delle concentrazioni “più sfavorevoli” dell’ossigeno e del
fosforo.
La conseguenza
di questo errore è, che il giudizio dell’ARPA sullo stato ecologico del Lago di
Bolsena (“buono”) è privo di base
scientifica e, infatti, “inattendibile”.
Le analisi dell’ARPA
per la determinazione dello stato chimico del Lago evidenziano concentrazioni
di atrazina e altri prodotti fitosanitari e biocidi molto variabili con la
profondità e con il tempo, in genere largamente superiori ai limiti di legge,
altre volte sotto le soglie di risoluzione delle misurazioni; variazioni senza
evidente trend sistematico. Il rapporto, riferendosi a queste fluttuazioni
inspiegabili, costata (giustamente) la necessità di ulteriori approfondimenti.
Malgrado questi
fatti, il rapporto per l’anno 2011 definisce lo stato di qualità come “buono”,
dove invece, con rigore scientifico, dovrebbe costatare che nessuna affermazione
è possibile per mancanza di dati rilevanti.
Infine, al
riguardo dello stato igienico sanitario del Lago di Bolsena, vediamo che la
balneabilità risulta, sempre secondo il rapporto in questione, quasi dappertutto
“eccellente”: in chiara contradizione con il fatto che da ormai tre anni il
collettore circumlacuale delle acque fognarie è disastrato, che nella stagione
2011 sono stati documentati numerosi riversamenti di liquami fognari nel lago,
che da anni alcune stazioni di pompaggio del collettore erano prive di pompe e
versavano liquami sistematicamente in fossi o direttamente nel Lago, che interi
quartieri sulle sponde del Lago sono privi di sistemi di raccolta e smaltimento
di acque fognarie (p. e. Sant’Antonio a Bolsena), e che la Regione, allertata
dalla raccolta firme “Salvalago”, si è resa conto della gravità della
situazione e ha stanziato quasi 4 milioni di Euro per il risanamento del
sistema fognario.
Com’è possibile
definire eccellente la balneabilità di una spiaggia come quella di Capodimonte
dove all’inizio di settembre 2011 si sono riversate, per cinque giorni, tutte
le acque fognarie del Comune? La spiegazione sta nel fatto che l’ARPA fa troppo
poche analisi dell’inquinamento sanitario, nel tempo e nei luoghi, per tutelare
a dovere i cittadini.
Nel caso del
Lago di Bolsena, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale non protegge né
l’ambiente né il cittadino. Chi li protegge?
Comitato Cittadino di Bolsena
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