Apre il convegno il Sindaco di Montefiascone, Luciano
Cimarello, che saluta il pubblico nella gremita sala conferenze della Rocca dei
Papi. Presenti l’assessore regionale alle infrastrutture, politiche abitative e
ambiente, Fabio Refrigeri, il Consigliere regionale Riccardo Valentini, l’ing.
Bruno Placidi direttore della direzione regionale infrastrutture, ambiente e
politiche abitative, il presidente della commissione ambiente, Enrico Panunzi,
una parte dei sindaci del comprensorio, il direttore del COBALB Massimo
Pierangeli, scienziati e rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
Il sindaco Cimarello riassume le varie criticità del
Lago da affrontare – il sistema fognario, l’inquinamento da varie fonti, la
geotermia, la tutela del paesaggio e la potabilità dell’acqua – e chiede
risposte e presa in carico definitive dai massimi dirigenti regionali.
Il primo intervento congiunto dell’ing. Piero Bruni
(associazione Lago di Bolsena) e prof. Giuseppe Nascetti (Università della
Tuscia) discute il lato scientifico delle criticità del Lago e il loro impatto
sulla potabilità delle acque. Bruni rileva il tenore basso di arsenico
nell’acqua del Lago di circa 5 µg/l che la rende idonea alla miscelazione con
l’acqua degli acquedotti, offrendo una soluzione conveniente e definitiva al
problema della potabilità. Parla del rischio collegato all’inquinamento della
falda dallo sfruttamento geotermico che potrebbe indurre la risalita di acque
termali. Nascetti esibisce le prove scientifiche per il lento degrado ecologico
del Lago, citando la progressiva deossigenazione profonda, il crescente
contenuto di fosforo e la diminuzione della trasparenza: lo stato ecologico, in
passato “buono”, nel 2011 risultava solo “sufficiente”. Questa tendenza mette
in pericolo i vari servizi ecosistemici che il Lago ci offre: ogni intervento,
ogni sfruttamento delle risorse e servizi pone la questione della compatibilità
con l’ecosistema. Illustra che anche il Lago di Bolsena corre il rischio di
proliferazione dell’alga rossa che produce microcistine tossiche e cancerogeni
e potrebbe compromettere la potabilità. Elencando le criticità, Nascetti
accenna alle possibili risposte. L’apporto di nutrienti dall’agricoltura
dev’essere affrontato dalla concimazione a lento rilascio, l’aumento del
fosforo va contrastato con il potenziamento del sistema fognario, l’impatto del
turismo va minimizzato dal controllo efficace degli impianti e dalla gestione
responsabile delle fonti d’inquinamento. Obiettivo generale è un miglioramento
globale della qualità delle acque che dovrebbe essere monitorato con un
programma di attente rilevazioni pluriennali. I fondi per le opere di
risanamento sarebbero da ricercare nei progetti europei, come nel progetto Life
2000 elaborato dall’università della Tuscia, purtroppo rimasto senza appoggio
dall’amministrazione regionale precedente.
L’assessore regionale Refrigeri assicura che è ben
informato sui problemi del Lago, e che la qualità di questo “straordinario
lago” ha la massima attenzione della Regione. Dopo un periodo di ascolto, riflessione
e concertazione, adesso si possono progettare le azioni. Annuncia che il
risanamento del bilancio regionale ha permesso di rendere disponibili risorse di
2 milioni € per risanare e completare il sistema di depurazione (applausi). Sottolinea
che bisogna trovare il sistema di gestione del sistema adatto. Il problema
dell’acqua potabile sarebbe strettamente legato al problema della salute del
Lago. Per affrontare il problema arsenico occorrono altre risorse, comunque
sono già previste fondi regionali a proposito. Per non aumentare i problemi già
esistenti, si dice contrario alla geotermia nel comprensorio del Lago. Accenna
alla necessità di una governance locale che unisce sindaci e associazioni, e
dell’urgenza di invertire le tendenze negative. Infine dichiara che per gestire
meglio il livello del Lago, sono stanziati fondi per una gestione automatica
delle paratie. Conclude: “La voglia c’è di fare bene; insieme ce la possiamo
fare”, e deve partire per mantenere altri impegni.
Prof. Roberto Minervini, che funge da moderatore, interviene
brevemente per informare sul pericolo per l’ecosistema e per il turismo che
presenterebbe l’introduzione, accidentale o consapevole, del pesce siluro nel
Lago. Propone di includere nelle misure di conservazione della ZPS un divieto
dell’introduzione e chiede un controllo efficace.
All’inizio del suo intervento, prof. Claudio
Margottini dichiara di essere, quanto insegnante di geotermia, globalmente
favorevole allo sfruttamento di questa energia. Non è però d’accordo quando
compromette la salute dell’ambiente, come potrebbe essere nella zona del Lago,
dove sono in corso molte richieste per permessi di ricerca geotermica, e dove è
imminente la fase di realizzazione di un impianto pilota a Castel Giorgio,
grazie alla deregulation introdotta da una legge del 2010. Espone le varie criticità
per il comprensorio: la contaminazione della falda acquifera da arsenico, il
pericolo di eruzioni di gas, il rischio sismico legato, da una parte, a un
eventuale insufficiente scambio traversale nel serbatoio geotermico, e
dall’altra alla sismicità naturale importante della zona che può essere
stimolata dallo sfruttamento. Pone l’accento sulle incertezze circa la
potenzialità della fonte, poiché la geotermia non è rinnovabile, mentre il
calore della Terra (quasi) lo è.
Propone una moratoria per la realizzazione
dell’impianto pilota e la ricerca di aree idonee su livello regionale per tutte
le rinnovabili. Per eventuali impianti da realizzare chiede il ricorso alla
governance locale, al monitoraggio sismico e la mappatura delle condizioni
della falda acquifera. Ritiene necessario rivedere tutti i meccanismi d’incentivazione
per contrastare la speculazione finanziaria; si esprime in favore della
copertura dell’autoconsumo tramite piccoli impianti, e della preferenza da dare
a imprese italiane.
Il consigliere Riccardo Valentini ringrazia i
relatori, i sindaci e soprattutto le associazioni che con tenacia hanno seguito
la problematica da tanti anni, e che sono uniti in una rete importante.
Dichiara che “oggi è stato fatto un passo di storia” e conferma che dopo la
rimessa in sesto del bilancio regionale, il finanziamento dell’intervento sugli
impianti di depurazione è sicuro. Per risolvere il problema arsenico, la
Regione intende ricorrere a fondi europei previsti nero su bianco dall’UE. Afferma
che, anche se rimane tanta strada da fare, il Lago di Bolsena è un faro
d’attenzione delle politiche ambientali regionali. Bisogna comprendere che il
Lago è una risorsa non rinnovabile, un sistema irreversibile comparabile, su
piccola scala, alla foresta amazzonica o ai ghiacciai della Groenlandia – un
collasso dell’ecosistema lo rende inutilizzabile nei suoi molteplici servizi
ecosistemici, con conseguenze irreversibili anche economici.
Ritiene che occorre, per quanto riguarda il progetto
di depurazione, tenere conto dei problemi del passato ed evitarli. Imperativo è
di ridurre i costi di gestione. L’acqua del Lago è una risorsa importante per
quasi tutta la Tuscia anche per risolvere il problema arsenico, e conviene
condurre uno studio attento a proposito; bisogna regolare deflusso e prelievi
con razionalità. Nell’agricoltura, Valentini propone un sistema integrato di
gestione con ricorso a un’agricoltura meno impattante, a progetti partecipati e
l’incentivazione di prodotti biologici e tipici. Sembra che ci siano anche
problemi apparsi nella pesca sportiva, dove l’inquinamento da esche incontrollate
fa riflettere. Per quanto riguarda la geotermia, Valentini esprime l’attenzione e la preoccupazione della Regione facendo riferimento alla grande sensibilità sismica della zona e dei centri storici. Propone una moratoria per impianti geotermici nella zona. Richiama alla riflessione su che cosa significa produrre energia e chiede un piano energetico regionale e delle regole che devono essere definite assieme ai cittadini e sindaci: ”L’energia non è un business e deve servire a tutti noi”. Prima importanza riviene al risparmio energetico e alla copertura dell’autoconsumo. Invita a un dialogo continuo con le forze del territorio e un percorso comune da realizzare con i cittadini e le amministrazioni, nel senso di un processo partecipatorio. Un grande applauso lo ringrazia per il suo intervento.
L’intervento di Enrico Panunzi non ha luogo perché è
partito in anticipo per seguire un’altra iniziativa.
Dopo gli interventi programmati, rimane pochissimo
tempo per alcuni interventi dal pubblico.
Katia Maurelli, portavoce del Movimento Donne per il
Lago e rappresentante dell’associazione La Porticella e del Comitato Cittadino
di Bolsena, deplora che la cittadinanza non era stata invitata a intervenire
nel convegno. Sottolinea l’importanza del movimento cittadino che da anni
interviene in favore della salvaguardia del Lago, che con la petizione
Salvalago ha trovato l’adesione di 14 mila cittadini e che anima varie
associazioni e gruppi. Ritiene che i cittadini sono i promotori principali di
vari convegni tra cui di quello attuale – senza i cittadini l’importanza
prestata alla salute del Lago sarebbe ben minore. Allo stesso tempo, il
volontariato cittadino ha acquistato notevoli competenze, e la prova ne è che i
dati scientifici citati relativi allo stato di salute del Lago provengono
esclusivamente dai cittadini. Sollecita gli amministratori a prendere atto di
questa realtà. Richiamo l’attenzione al fatto che in ogni comune ci sono
sversamenti fognari abusivi, conosciuti alle amministrazioni, che non intervengono,
e che i comuni non hanno mai preso in considerazione il controllo e la
revisione della rete fognaria comunale richiesta dai cittadini. Sottolinea
l’importanza fondamentale di un cambiamento nell’impostazione dell’agricoltura
e chiede la definizione di norme scaturite dalle Misure di Conservazione della
ZPS. Si oppone decisamente al completamento dell’anello del COBALB a ponente
che implicherebbe grandi e lunghe opere, proponendo come soluzione piccoli
impianti di fitodepurazione. Ricorda l’uso diffuso del diserbo chimico in tutti
i comuni e chiede l’intervento delle amministrazioni. Ricorda che la legge
referendaria sulla gestione pubblica delle acque chiama a una gestione locale
della risorsa e propone una riflessione su modi di gestione innovativi come un
azionariato cittadino. Prima di essere interrotta dal moderatore, propone una
soluzione integrata per la gestione energetica degli impianti COBALB, un
progetto con piccoli impianti di produzione di energia rinnovabile sul quale
lavora la cittadinanza, e viene premiata da un lungo applauso.
Milvo Ferrara, presidente di una cooperativa di
professionisti nel settore dell’ambiente, propone di adottare le buone pratiche
proposte dalla CE e consiglia ai cittadini di mettersi insieme come cooperativa
di comunità, nell’obiettivo di non fare gestire da altri quello che è del
cittadino, il bene comune. Significa unirsi in uno strumento unico dove mettere
la politica nelle condizioni di seguirli. Occorre decidere su quale territorio
intervenire, e con quale strategia, che comunque oggi si sintetizza con la
parola SMART. Se immaginiamo il Lago di Bolsena e la sua comunità come una
cooperativa di comunità SMART, la comunità avrebbe un orizzonte enorme; se dei
14 mila firmatari della petizione Salvalago ognuno versa solo 100 €, la
comunità si prende il sistema idrico e decide come farlo nell’ambito di una
progettazione partecipata. L’esempio della cooperativa di comunità di Prato allo
Stelvio dimostra, che insieme si vince. Unico vincolo: non fare cose grosse,
bisogna stare nel piccolo.
In conclusione interviene il moderatore Roberto
Minervini dicendo che la CE non finanzia praticamente più iniziative che non
abbiano una condivisione dal basso, nel contesto dei “contratti” locali.
Anna Claudia Cenciarini dell’associazione Lago di Bolsena
annuncia che il dirigente regionale responsabile delle conferenze di servizi
riguardanti progetti di esplorazione geotermica ha sospeso le convocazioni,
considerando l’opposizione della popolazione, e attendendo una decisione
politica. Si dichiara preoccupata dalla proposta di un piano energetico
regionale: piani di questo genere servirebbero secondo la sua esperienza a
permettere e non per regolare, e comunque sono in continuazione bypassati.
Rileva l’assenza della possibilità alla partecipazione dei cittadini, e il
fatto che l’assessore responsabile per i progetti di geotermia, l’assessore
alle attività produttive, non è presente.
Il direttore del COBALB Pierangeli pone una domanda al
consigliere Valentini che avrebbe voluto fare all’assessore Refrigeri: i fondi
per il ripristino del collettore fra quanto tempo saranno a disposizione? E,
considerando i tempi burocratici lunghi, come si pensa di superare le emergenze
durante la stagione estiva? Dice di avere spedito, 20 giorni fa, una lettera al
prefetto, alla Provincia e all’assessore Refrigeri a questo proposito,
chiedendo 50/60 mila € di fondi. Il sindaco di Marta interviene accusandolo di
avere specificato poco fa che il sistema fosse a posto. Pierangeli puntualizza
che, anche se al momento il sistema funziona, ci sono criticità attuali e
previsibili dove conviene prevenire invece di rischiare sversamenti durante la
stagione, ad esempio nei casi dove una stazione di pompaggio dispone di una
sola pompa invece delle 4 pompe previste. Dopodiché il convegno finisce in una
discussione comune e vivace, durante la quale il consigliere Valentini si
dichiara disposto a verificare, assieme ai cittadini, diverse situazioni
abusive oggetto di denunce ignorate dalle autorità.
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