Si tratta di preoccupazione fondata, di dovere di informare e allertare? Oppure di “allarmismo” o addirittura “terrorismo ambientale” come sostengono alcuni? Qual è la base scientifica per questa affermazione che la salute del Lago a lungo termine è in pericolo?
Il Lago di Bolsena, osservato in superficie, appare, oltre che bellissimo, in buona salute. Preoccupano invece i monitoraggi fisici e chimici che registrano il progressivo aumento della concentrazione del fosforo nel corpo d’acqua che causa l’esaurimento dell’ossigeno disciolto al fondo. È una situazione che anticipa un processo degenerativo che, in mancanza di azioni correttive, porterà al declassamento qualitativo, con grave danno ambientale ed economico.
Il fosforo è una sostanza che aumenta la produzione del fitoplancton e con
esso degli animali che se ne cibano.
Il fosforo è presente nei liquami del sistema fognario, e sui campi attorno
al Lago in seguito alla loro concimazione. Arriva nel Lago dal sistema fognario,
difettoso in molti rispetti, nonché per dilavamento dai campi.Il fosforo viene eliminato con la deposizione delle spoglie vegetali ed animali che cadono sul fondo del lago dove vi rimangono segregate come sedimenti. Se la quantità delle spoglie eccede quella che può per essere trattenuta nei sedimenti, parte del fosforo rimane in soluzione aggiungendosi ogni anno alle eccedenze precedenti. Ne consegue un progressivo accumulo nel corso degli anni. In caso di grave mancanza di ossigeno al fondo un’ulteriore quantità di fosforo viene rilasciata dai vecchi sedimenti aggiungendosi al carico esterno esistente.
Evoluzione
della concentrazione totale di fosforo negli ultimi anni, rilevata nel periodo
di massimo rimescolamento.
Nel lago di Bolsena il graduale aumento della concentrazione del fosforo nel corso degli anni è illustrato nell’immagine. In essa si vede che la concentrazione, che era 8,1 microgrammi per litro (μg/l) nel 2005 è gradualmente aumentata fino a 16,2 μg/l nel gennaio del 2017.
Per quanto riguarda l’ossigeno le misure durante l’anno 2016 mostrano la
presenza al fondo di uno strato senza ossigeno, che in dicembre raggiunge uno
spessore di circa 9 metri. Nello strato anossico è presente ammoniaca che è indice
di processi putrefattivi in atto.
Tutto ciò indica
chiaramente l’inizio dell’eutrofizzazione del Lago di Bolsena
Il Lago di Bolsena è in pericolo.
Le alternative oggi possibili sono illustrate schematicamente nell’immagine
qui sotto, nella quale è indicato il trend del fosforo dal 2005 al 2017. Se non
si prenderà alcun efficace provvedimento per ridurre l’arrivo del fosforo il
trend si impennerà ulteriormente per il rilascio di fosforo solubile da parte
dei sedimenti causato dalle prevedibili future anossie. Eventuali provvedimenti
che conservino l’attuale arrivo di fosforo non avrebbero senso. Occorre quindi
affrontare la strada del ripristino resa ardua soprattutto dal lunghissimo
tempo di rinnovo del nostro Lago, realizzando una serie di interventi in vari
settori.
È ora di cambiare: concentriamo la nostra
attenzione sulla difesa e la cura del Lago,
e smettiamo di considerarlo soltanto una risorsa da utilizzare e
sfruttare.
INTERVENTI URGENTI DA ADOTTARE
1. Revisione e aggiornamento del collettore circumlacuale esistente.
2. Adozione di soluzioni di tutela per la parte mancate di collettore sul
versante ovest.
3. Aggiornamento e applicazione del Piano di Gestione (PdG) adottato dalla
Provincia.
4. Verifica se le fognature dei comuni, delle attività turistiche e delle
case private isolate sono collegate al collettore e adozione di soluzioni
efficaci ed economicamente fattibili.
5. Istituzione del contratto di lago da parte della Regione Lazio (L.R.
31/12/2016 n. 17).
6. Creazione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua afferenti al lago.
7. Per evitare sversamenti inquinanti in caso di piogge intense, provvedere
specifiche soluzioni nelle stazioni di sollevamento del collettore che oltre ai
liquami ricevono acque piovane.
8. Incentivo supplementare per l’agricoltura biologica nel bacino.
9. Adeguato finanziamento per la manutenzione del collettore e delle
stazioni di sollevamento.
10. Il bacino idrogeologico del lago dev’essere dichiarato “zona non idonea
per la geotermia a media ed alta entalpia”.
Se il lago muore, muore l'economia di tutta la zona circostante. Non capisco l'inerzia dei sindaci e della regione. Mi sembrano insensibili ai problemi e soluzioni elencate.
RispondiEliminaQuello che per lei è evidente, purtroppo non lo è per molti altri. I motivi sono molti e complessi.
RispondiEliminaC’è la riluttanza ad accettare un problema che non è palese, concretamente visibile, ma che si manifesta soltanto in rilevamenti sul fondo del lago (anossia) e analisi sofisticate (fosforo). Certo che esiste un grande volume di esperienze di altri laghi (in tutto il mondo e nel lago più vicino – il lago di Vico) che insegnano (da 50 anni!) che occorre prevenire e evitare l’eutrofizzazione – appunto con la gamma di misure proposte per il lago di Bolsena.
Ma agire sulla base di indizi scientifici e non di fatti materiali concreti, e prendere misure preventive, è difficile per gli amministratori – dal piccolo sindaco al leader della più grande potenza del mondo.
Quindi riluttanza ad accettare che ci sia un problema al livello dei sindaci del lago (e dei cittadini). Poi: riluttanza degli amministratori regionali, a investire fondi in una zona elettoralmente marginale. Ciò malgrado la presenza nel consiglio regionale di uomini come Riccardo Valentini, che da tempo è cosciente del problema, ma non riesce a far accettare le soluzioni inevitabili (anzi, è impotente di fronte all’inganno delle misure di conservazione …).
Soluzioni? Sensibilizzare, informare, svegliare e nutrire l’amore per il lago. Chiedere aiuto all’Unione Europea (http://www.radiogiornale.info/2017/06/28/inquinamento-lago-bolsena-nuova-audizione-dellue-ora-serve-il-tuo-sostegno/), la cui legislazione in materia riflette la chiara presa di coscienza della gravità del problema di eutrofizzazione.