Gli incentivi nel settore energetico sono motivati in primo luogo dall’urgenza
di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e di evitare un
surriscaldamento catastrofico dell’atmosfera. Sono incentivate le energie “rinnovabili”
- termine impreciso che sottintende e include due aspetti della sostenibilità
ambientale: quello di fonti rinnovabili di energia (non esauribili nella scala
dei tempi geologici) e quello di fonti “pulite” (sfruttabili senza emissione di
sostanze inquinanti e/o dannose per gli ecosistemi, p. e. gas ad effetto serra).
La vecchia centrale geotermica di Latera chiusa a causa delle sue emissioni
nocive
Tradizionalmente, “rinnovabili” sono considerate in modo sommario tutte le
fonti di energia che non generano gas ad effetto serra durante il processo
stesso di generazione di energia. Il loro “fattore di emissione” (emission
factor EF) – la quantità di gas ad effetto serra prodotta per unità di energia –
era definito uguale a zero.
“Rinnovabili” erano perciò definite l’energia del sole, del vento, del moto
ondoso, l’energia idroelettrica, geotermica e anche quella nucleare.
Nel corso degli ultimi 20 anni la scienza ha elaborato un’analisi più
differenziata della questione. Oggi i fattori di emissione delle diverse fonti
di energia considerano l’insieme di tutti i gas emessi (in unità di “equivalenti
CO2” – CO2eq) da una parte, e in più tutto il processo
riguardo alla produzione di energia con una data fonte di energia, con un dato
processo in un dato impianto, e questo “dalla culla alla morte” – durante tutto
il ciclo di vita dell’impianto, dal reperimento dei materiali necessari fin al
suo smantellamento.
La tabella presenta valori aggiornati di fattori di emissione per varie
energie “rinnovabili” e non; ci permette quindi di paragonare il contributo all’effetto
serra delle varie tecnologie:
Fattori di emissione in (gCO2eq)/kWh riferiti
a tutto il ciclo di vita, per varie tecnologie di generazione di elettricità.
Da "IPCC Working Group III – Mitigation of Climate Change, Annex III, p. 10, e Annex II, p. 14-31; IPCC (2014). In ordine di medie decrescenti.
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tecnologia
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minimo
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medio
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massimo
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carbone
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740
|
820
|
910
|
biomassa + carbone
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620
|
740
|
890
|
gas – ciclo combinato
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410
|
490
|
650
|
biomassa
|
130
|
230
|
420
|
solare fotovoltaico industriale
|
18
|
48
|
180
|
solare fotovoltaico residenziale
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26
|
41
|
60
|
geotermia
|
6
|
38
|
79
|
solare a concentrazione
|
9
|
27
|
63
|
idroelettrio
|
1
|
24
|
2200
|
eolico in mare
|
8
|
12
|
35
|
nucleare
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4
|
12
|
110
|
eolico su terra
|
7
|
11
|
56
|
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Questa tabella non considera tutti i casi particolari e tutte le condizioni
particolari di emissione, e specificamente non prende in considerazione alcuni
impianti geotermici, come per esempi la centrale Nuova Latera.
Il fluido geotermico estratto è particolare: contiene un’alta percentuale
di CO2 (il “classico” gas ad effetto serra) – dal 3 al 6% del suo
peso. Quasi tutto questo gas verrebbe rilasciato all’atmosfera. La centrale con
una potenza nominale di 14 MWe estrae 500 tonnellate di fluido all’ora (i dati
sono presi dalla descrizione tecnica fornita da ENEL Green Power).
Il fattore di emissione risulta quindi di più di 1000 (gCO2eq)/kWh (considerando solo CO2,
e solo il processo stesso di generazione di energia, e in più negligendo il
carattere ibrido dell’impianto). Uno sguardo alla tabella ci dice che la Nuova Latera avrebbe un contributo all’effetto serra più grande di
una centrale a carbone (a parità di potenza).
La centrale Nuova Latera è un caso particolare, ma non unico: altri
esempi simili sono la centrale di Kizildere nell’Anatolia e le centrali ENEL
nella zona del Monte Amiata.
Siamo qui di fronte a un fatto grottesco: con gli incentivi destinati alla
riduzione dell’effetto serra (pagati dalle famiglie con le loro bollette) l’ENEL
vuole realizzare una centrale geotermica che aumenta l’effetto serra. Lo
vogliamo permettere?
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