I laghi d’Italia sono sotto stress a causa della scarsità idrica e
dell’eccezionale calore estivo. Il Lago di Bolsena quest’anno ha ricevuto meno
del 80% dell’apporto idrico medio che proviene dalle piogge sul suo bacino.
Per fortuna, il suo livello non è sceso drammaticamente come in altri laghi - ad esempio il Lago di Vico con 1 m sotto la media, e il Lago di Bracciano con 1,7 m sotto la media. Questo grazie, in piccola parte, alla chiusura delle bocchette che regolano il deflusso dell’emissario Marta, e soprattutto alla particolare conformazione dell’acquifero di cui il Lago è la parte affiorante. Infatti verso nord (Castel Giorgio), verso est (Montefiascone) e verso ovest (Gradoli) la falda acquifera nei suoi punti più alti raggiunge quota 480 m s.l.m., mentre la quota media dello specchio d’acqua si trova a 304 m s.l.m (vedi la carta idrogeologia sottostante). In mancanza di pioggia la falda si svuota a partire dai suoi livelli più alti in conseguenza dell’evaporazione dallo specchio lacustre e delle captazioni tramite pozzi.
Per fortuna, il suo livello non è sceso drammaticamente come in altri laghi - ad esempio il Lago di Vico con 1 m sotto la media, e il Lago di Bracciano con 1,7 m sotto la media. Questo grazie, in piccola parte, alla chiusura delle bocchette che regolano il deflusso dell’emissario Marta, e soprattutto alla particolare conformazione dell’acquifero di cui il Lago è la parte affiorante. Infatti verso nord (Castel Giorgio), verso est (Montefiascone) e verso ovest (Gradoli) la falda acquifera nei suoi punti più alti raggiunge quota 480 m s.l.m., mentre la quota media dello specchio d’acqua si trova a 304 m s.l.m (vedi la carta idrogeologia sottostante). In mancanza di pioggia la falda si svuota a partire dai suoi livelli più alti in conseguenza dell’evaporazione dallo specchio lacustre e delle captazioni tramite pozzi.
Comunque, gli ecosistemi dei laghi soffrono delle condizioni climatiche estreme, e dobbiamo chiederci: potrà a lungo resistere il nostro lago allo stress climatico se perdurerà e si aggraverà negli anni a venire? Questo sarà possibile soltanto se è in buona salute, se viene curato e protetto: come un corpo umano, che resiste allo stress se è forte e sano, e che si ammala quando è indebolito.
Purtroppo il nostro lago non sta proprio bene: il suo stato ecologico
conosce un continuo degrado a causa della sovrabbondanza di sostanze nutrienti
nelle sue acque - in particolare il fosforo che fa aumentare la biomassa di
vegetali e degli animali che se ne cibano. Nel corso degli ultimi anni, il suo
stato di salute è peggiorato da “buono”
a “sufficiente”. Dall’anno scorso si
osservano chiari segni dell’avvio del processo di eutrofizzazione, con
un’estesa assenza di ossigeno sul fondo del Lago (per un riassunto vedi qui).
L’apporto eccessivo di fosforo ha due origini principali: il sistema
fognario del bacino del Lago e l’agricoltura.
Il sistema fognario è deficiente in più aspetti:
- il collettore circumlacuale è gravemente
avariato,
- le reti fognarie comunali sono
difettosi e insufficienti.
Questo stato di fatto è documentato e generalmente riconosciuto, a tutti i
livelli, da quello comunale fino all’Unione Europea. Altrettanto chiaro e
riconosciuto è l’urgenza di prendere misure efficaci – adesso più che mai.
Dopo la prima audizione nel 2015
della petizione n. 2191/2013 presentata da Piero Bruni, la presidente della
Commissione Petizioni dell’UE aveva rilevato “la grave situazione ambientale delle acque lacustri che potrebbe
portare a una procedura d’infrazione” e “gli alti valori di fosforo e arsenico causati da una cattiva gestione
delle acque reflue urbane e delle acque ad uso agricolo” chiedendo
l’adozione di “un piano efficace che
permetta di preservare l’equilibrio ambientale del lago di Bolsena, riparando e
completando in primis il collettore fognario circumlacuale attualmente
incompleto e disastrato”.
In risposta alla petizione la Regione ha dichiarato di avere stanziato 2
milioni di € per il ripristino del collettore; però nessun lavoro concreto era
stato intrapreso. Soltanto in seguito a un lungo tira e molla, e dopo la seconda audizione della
petizione il 10 luglio 2017 a Bruxelles (dove vari eurodeputati hanno pronunciato
dure parole) è stata fissata la data per l’affidamento dei lavori (al 5
settembre) per l’adeguamento del collettore esistente e del depuratore (totalmente
fuori funzione da molti mesi, con conseguente inquinamento del fiume Marta
e della sua foce). Però, con fondi insufficienti per un completo ripristino del collettore,
e senza neanche prendere in considerazione il suo completamento.
Le carenze nella raccolta delle acque reflue si riflettono anche sulla
balneabilità del Lago e quindi sul turismo. Tra i laghi del Lazio, la Goletta dei Laghi 2017 di
Legambiente trova “nel Lago di Bolsena la
situazione peggiore con 5 punti inquinati su 7”: una fotografia soprattutto
delle carenze delle reti fognarie comunali. Malgrado le richieste insistenti e
ripetute della cittadinanza di verificare queste reti, nessun comune è
intervenuto per migliorare la situazione che invece è lampante, tutt’intorno al
Lago:
In tutti i comuni si conoscono scarichi fognari
abusivi nei fossi, in alcuni comuni nelle condotte delle acque bianche, a
Bolsena, San Lorenzo e Valentano interi quartieri scaricano in fossi, a
Gradoli, Capodimonte, Marta, Montefiascone e Bolsena si conoscono scarichi
abusivi di esercizi turistici e case singole nel Lago … Con le piogge, l'inquinamento nei fossi raggiunge il Lago.
Giustamente Legambiente nel suo rapporto parla di “vergogna” a proposito della “Foce torrente nei pressi del parco giochi“, dove per il nono anno
consecutivo trova le acque balneabili “fortemente
inquinate” da batteri fecali (vedi anche questo
video).
Dichiara Cristiana Avenali, Consigliera regionale e componente della
Commissione Ambiente:
“I
comuni, che sono le istituzioni
competenti per la depurazione ed ai quali sono state inviate le segnalazioni, non possono più rimandare gli interventi
… E cosa ancora più grave, come denuncia Legambiente, in alcuni casi non
posizionano i cartelli di divieto di balneabilità, come previsto per legge,
omettendo quindi l'informazione dell'inquinamento ai cittadini. In alcuni di
questi punti ci sono anche delle indagini della procura in corso.”
Visto queste gravi inadempienze, Stefano Ciafani, direttore generale di
Legambiente, chiede “alle autorità
competenti di intervenire applicando la nuova legge 68 del 2015 sugli ecoreati”.
Il nuovo articolo 452-bis del codice penale punisce l'inquinamento
ambientale con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 €
chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento "significativi e misurabili" dello stato
preesistente "delle acque o
dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo"
o "di un ecosistema, della
biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.” Il disastro
ambientale è punito con la reclusione da 5 a 15 anni. Riguarda un'alterazione
irreversibile dell'equilibrio di un ecosistema: “un'alterazione dell'equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione
risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti
eccezionali”.
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