venerdì 25 agosto 2017

Geotermia, Terremoto, Ischia (non ancora di Castro)

Non è stata la geotermia a provocare il terremoto sull’Isola di Ischia nella sera del 21 agosto, e non potrà mai più esserlo: solo due mesi fa la Giunta Regionale della Campania, seguendo l’avviso della Direzione Generale per l’Ambiente, ha deciso di bocciare il progetto “Impianto pilota geotermico denominato Serrara Fontana” della Ischia Geotermia s.r.l. con sede a Torino. Il terremoto con l’epicentro non lontano dal sito della centrale, è come un sigillo posto da Madre Terra su questo decisione.


Molto interessanti sono i parallelismi tra questo progetto sull’Isola di Ischia e i progetti nel comprensorio del Lago di Bolsena, e specificamente quello di Castel Giorgio. Parallelismi che riguardano la struttura del sottosuolo, le caratteristiche degli impianti e i meccanismi politico-imprenditoriali all’opera.
Decisiva nella lotta (e questo è un altro parallelismo) è stata la opposizione della cittadinanza sostenuta da esperti coraggiosi come Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo, primo ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano e profondo conoscitore della zona.

Malgrado critiche e pressioni - il suo capo, Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano (adesso rimosso) nonché consulente della ditta proponente era favorevole all’impianto – Mastrolorenzo sottolineava con insistenza e chiari argomenti il rischio grave e permanente di terremoti indotti dall’esercizio della centrale. Pericolo legato alla struttura complessa del sottosuolo, molto fratturata con numerose faglie attive, connessa a un vulcanismo recente – come nel comprensorio del Lago di Bolsena.
Interessante e istruttivo seguire una trasmissione audio, registrato martedì 22 agosto 2017 da Radio Radicale. Mastrolorenzo spiega il meccanismo dell’innesco di terremoti – la sollecitazione con trivellazioni e soprattutto con iniezione e estrazione di fluidi di faglie attive -, e rileva che nessuno può prevedere quando si produrrà un tale terremoto e di che magnitudo sarà. Il pericolo è tanto più grande quanto le faglie sollecitate si trovano in superficie: I danni importanti del terremoto del 21 agosto, di per se di magnitudo (4 soltanto) contenuta, sono dovuti alla poca profondità dell’epicentro.

Castel Giorgio
Proprio a causa di questa caratteristica, il geologo Franco Ortolani aveva criticato il progetto della centrale su Ischia: “L’area interessata al progetto è già̀ notoriamente sismica naturalmente. La reiniezione di fluidi estratti può̀ causare sismicità̀ indotta”. Ortolani ha ricordato che “un terremoto di magnitudo 2,3 nel 2008 con ipocentro a poche centinaia di metri dalla zona che sarebbe interessata alla reiniezione di fluidi in pressione, ha determinato effetti fino al quinto grado della scala Mercalli in una vasta area …”.

La grande differenza tra il percorso del progetto di Ischia e quello di Castel Giorgio è che l’istruttoria del progetto presso la Regione Campania è stata condotta con attenzione scientifica e responsabilità. L’esame accurato ha rivelato le numerose lacune nella documentazione e negli argomenti scientifici, giudicando il progetto “inadeguato e pericoloso”, essendo “fondata l’ipotesi di un sismicità indotta ed innescabile”.
Nel dettaglio, l’esame rilevava rischi non sostenibili per il territorio e la popolazione, per gli habitat, per la risorsa idrotermale e per l’assetto idrogeologico (vedi qui): d’obbligo rigettare il progetto.

A Castel Giorgio invece, vicende poco trasparenti nella catena di autorizzazioni rilasciate dai ministeri e una commissione VIA poco competente ma compiacente hanno permesso che l’impianto sia arrivato a pochi passi dalla realizzazione.

A Ischia la catastrofe geotermica è stata evitata, e nel comprensorio del Lago di Bolsena? Mastrolorenzo parla di follia: “… o chi è consapevole preferisce dare importanza ad altri interessi p. e. economici, o si è veramente inconsapevoli. Sono due tipi di follia …”
                                                                   Castel Giorgio, terremoto il 30 maggio 2016

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