Comuni e associazioni hanno deciso di ricorrere
contro questa decisione presso i tribunali nazionali e le istituzioni europee,
e anche le Regioni si sono espressi in questo senso. In un
recente post avevamo parlato di questa decisione imminente e avevamo
esposto i rischi che presenta l’impianto per la popolazione e l’ambiente.
centrale geotermica a ciclo chiuso
Tra i rischi evocati e dimostrati, il più immediato
e importante per gli abitanti di Castel Giorgio è il rischio sismico. Non è di
questo avviso il “general manager” della ditta proponente, l’ITW-LKW Italia:
secondo i suoi comunicati e le sue affermazioni pubbliche, l’impianto pilota
geotermico a Castel Giorgio è a “zero sismicità indotta o innescata”. In questo
post vogliamo discutere questo parere.
L’impianto di Castel Giorgio appartiene alla
categoria degli impianti “idrotermali” ed è “ad acqua dominante”: si rifornisce,
cioè, per il suo funzionamento di “fluido geotermico” – nel nostro caso acqua
calda (tra 125 e 150°C) satura di CO2, in cui sono disciolti altri gas
come metano, H2S, NH3, radon, con importanti
concentrazioni di arsenico e mercurio – presente nel sottosuolo nel “serbatoio
geotermico”. Questo serbatoio è uno strato di rocce che nei suoi pori e
fratture ospita il liquido pericoloso. È un impianto “binario” a “ciclo chiuso”:
il fluido viene pompato nella centrale, dove cede in uno scambiatore di calore
grande parte della sua energia termica che viene trasformata in energia
elettrica. Il fluido raffreddato è reiniettato interamente (il che è una sfida
tecnologica non da poco a causa dell’alta concentrazione di gas incondensabili
nel liquido) nello stesso “serbatoio” nel sottosuolo.
Il rischio di causare sismi di un tale impianto è
legato alla fase della sua realizzazione e al suo esercizio. Durante la
realizzazione, le trivellazioni e gli stress meccanici e termici che
l’accompagnano come anche eventuali iniezioni di liquido nei pozzi, possono
provocare movimenti violenti nel sottosuolo.
Durante l’esercizio il pericolo viene dal prelievo di
grandi volumi di fluido (1000 tonnellate all’ora) dalla zona di estrazione
profonda circa 1000 m e dall’iniezione dello stesso volume di fluido
raffreddato in una zona lontana dalla prima, a più di 2000 m di profondità.
Inevitabilmente si creano stress termici, sovrappressione e conseguenti stress
meccanici nella roccia della zona di reiniezione, e una certa sottopressione
nella zona di estrazione. Questi stress e squilibri pressori sono tanto più
grandi, quanto minore è la possibilità del fluido a circolare liberamente nel
serbatoio.
Altopiano dell'Alfina
Inoltre, durante l’esercizio spesso si ricorre,
anche per impianti idrotermali, a specifiche iniezioni intense di fluido per
aumentare la permeabilità nel serbatoio (“fracking”) che provocano eventi
sismici – queste iniezioni sono caratteristiche di, ed essenziali per impianti
della categoria “a rocce calde secche” (HDR: hot dry rock).
Esiste un’ampia letteratura scientifica
internazionale che dimostra, documenta e analizza questi meccanismi e pericoli,
e che riporta ed esamina sismi indotti da centrali geotermiche, di tipo
idrotermale e non, in tutto il mondo. Illustriamo brevemente due esempi tra i
tanti, interessanti perché molto ben studiati:
1) Le centrali geotermiche nella zona di Monaco
(Baviera). Tra queste ci sono impianti quasi identici a quello progettato a
Castel Giorgio, che prelevano acqua calda da una falda geotermica profonda
inserita nel Bacino della Molassa prealpino. Per merito delle caratteristiche
del suo sottosuolo è una zona quasi priva di sismicità naturale. Dall’inizio
della realizzazione della prima
centrale a Unterhaching circa 15 anni fa, sono stati registrati i
sismi indotti e indubbiamente riconducibili all’esercizio degli impianti, di
solito di magnitudo massima attorno a 2. Il che, anche a causa della bassa
profondità degli ipocentri, basta per provocare lievi danni: come circa due
anni fa, quando l’esercizio della centrale
di Poing fu interrotto a causa di un terremoto indotto.
2) Le centrali del campo geotermico di Salton Sea
nella California meridionale. Sono centrali del tipo “flash” come quelle dell’Amiata
in una zona con una sismicità locale naturale comparabile a quella dell’Alfina.
Si approvvigionano da un serbatoio con fluido molto caldo (circa 300 °C). Secondo
lo studio
disponibile online, esistono registrazioni accessibili della
sismicità dal 1981 (caso quasi unico al mondo), che dimostrano una chiara
correlazione tra attività delle centrali geotermiche e frequenza dei terremoti,
con una magnitudo massima di 5,1.
Il database online
mondiale dei terremoti indotti (lontano da essere completo) attribuisce alla
geotermia, nella nostra zona, il terremoto del 2000 del Monte Amiata (magnitudo
M = 4,5) che causò gravi danni materiali perché l’ipocentro era a bassa
profondità (il che è tipico per terremoti indotti), quello di Torre Alfina del
1977 (M = 3) e uno di Latera (1984, M = 2,9).
Senza possibilità di dubbio, la geotermia, che sia
della categoria “idrotermale” o di quella “HDR”, causa terremoti. Perché
negarlo?
Il sottosuolo di Castel Giorgio, situato sul bordo
del complesso vulcanico Volsini, è particolare e porta le tracce della sua
storia – l’origine con la formazione di un centinaio di vulcani, l’espulsione e
l’accumulo di materiale durante le eruzioni, e finalmente il crollo dei coni vulcanici
e la formazione della caldera. Una storia e una struttura geologica complessa,
con molteplici fratture della roccia e con molte faglie, in parte attive e causa
dell’importante sismicità naturale della zona: con i terremoti, con epicentri
proprio a Castel Giorgio, del 1957 (magnitudo 4,9) e del 2016 (M = 4,1) che
hanno provocato danni anche gravi. Lo strato profondo di rocce carbonatiche che
contiene il fluido geotermico è strutturato in compartimenti che impediscono la
circolazione libera dei fluidi. Questa inomogeneità (anche in termini di
permeabilità) favorisce l’accumulo di pressioni e stress meccanici, che causano
fratture e spostamenti della roccia lungo le linee di fratture e i piani delle
faglie. In più, gli squilibri di pressione provocano la risalita del fluido
lungo le faglie e la discesa di acqua dalle falde superficiali. Queste
caratteristiche della struttura geologica sono dimostrate inequivocabilmente,
tra l’altro dal lavoro scientifico di Vignaroli et. al.
La domanda da porre, considerando queste circostanze
e la mole delle prove scientifiche da tutto il mondo, è: come può non provocare terremoti la
realizzazione e l’esercizio della centrale di Castel Giorgio?
E infatti: la centrale di Castel Giorgio provocherà
eventi sismici. La magnitudo di questi terremoti indotti, secondo il consenso
del mondo scientifico, potrà raggiungere la magnitudo della sismicità naturale
della zona.
Come può parlare allora di “sismicità zero” della
centrale il “general manager” dell’ITW-LKW, come si possono apostrofare “cretini”
cittadini che avanzano preoccupazione e riserve fondate, e “piccola mafietta
locale senza competenze, da diserbare come l’erba cattiva”?
"L'Altra Camminata" per raccogliere fondi per il ricorso
Preferiamo di non dare risposta, ma vogliamo
illustrare quali passi, secondo le raccomandazioni
internazionali, potrebbe seguire il processo decisionale per creare l’accettanza
pubblica di un progetto geotermico:
·
Informare apertamente la popolazione,
·
illustrare chiaramente tutti i rischi e
i vantaggi della centrale,
·
elaborare una risposta condivisa,
·
coinvolgere gli stakeholder locali nel
processo decisionale e nella gestione,
·
presentare garanzie valide per evitare
danni (monitoraggi, sistema di salvaguardia “a semaforo”) e, nel caso estremo,
per compensare i cittadini degli eventuali danni.
Può succedere anche che si arrivi alla decisione di
non realizzare il progetto – perché ritenuto rischioso, poco vantaggioso,
perché la ditta proponente è ritenuta poco affidabile e credibile. Oppure perché
esistono valide alternative, sicure e poco costose, all’impianto – come nel
nostro caso, dove l’aumento di efficacia ed efficienza energetica nella zona, o
l’allestimento di una modesta superficie di pannelli fotovoltaici potrebbero
rendere superflua la discussa centrale geotermica.
Cartografia delle sequenza sismica del 2016. La linea mediana dello sciame sismico segue approssimativamente la linea della faglia attiva e passa attraverso la zona dei pozzi di reiniezione della centrale
Nessun commento:
Posta un commento