sabato 14 marzo 2015

Lago di Bolsena e Rete Natura 2000 - la farsa delle Misure di Conservazione


In una recente lettera “agli Amici (e non) del lago di Bolsena, al Ministro dell’Ambiente, al Presidente, Assessori e Funzionari della Regione Lazio”, l’instancabile presidente dell’associazione Lago di Bolsena, Piero Bruni, affronta il problema della Misura Habitat dell’Unione Europea (92/43/CEE), della rete di Siti di Interesse Comunitario (SIC) conosciuta come Natura 2000, e delle misure di conservazione finalizzate alla designazione delle zone speciali di conservazione (ZSC) preadottate dalla Regione Lazio con decreto della giunta regionale n. 886 del 15 dicembre 2014.


Spiega Bruni: “Come noto le aree definite SIC sono Siti d’Interesse Comunitario, la loro tutela riguarda soprattutto l’habitat fisico e biologico. Quelle definite ZPS sono Zone di Protezione Speciale, la loro tutela riguarda esclusivamente gli uccelli. La designazione dei SIC e ZPS da parte del Ministero dell’Ambiente risale al 2007. Nel Lazio vi sono 37 SIC, fra i quali il lago di Bolsena, che è il sito più importante, più sensibile e più vulnerabile del Lazio.
La designazione delle ZSC sarebbe dovuta avvenire entro 6 anni dalla data di individuazione definitiva dei Siti d’Importanza Comunitaria "nelle quali applicare le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino dell’Habitat." (art.6.1 della Direttiva Habitat, vedi documento).
Per l’Italia i termini sono scaduti negli anni 2010-2012 e, di conseguenza, la Commissione Europea ha aperto nel 2013 il caso di preinfrazione EU Pilot 4999/13/ENVI a carico dell’Italia.
Continua Bruni: “Per arrestare la procedura la Regione Lazio ha predisposto in gran fretta le misure di conservazione per il lago di Bolsena che intende presentare alla UE. Attualmente le sta sottoponendo agli attori economici e sociali per raccogliere le loro osservazioni, come prevede l’obbligo della concertazione. La scadenza per la presentazione delle osservazioni è il 16 Marzo. Successivamente le osservazioni, eventualmente modificate, verranno definitivamente adottate dalla Regione e trasmesse alla UE.
Le misure che la Regione Lazio intende proporre alla UE sono tre: la regolazione del livello del lago; le restrizioni al carpfishing e un ancoraggio delle barche che non danneggi le alghe sui fondali. A nostro parere è improbabile che la UE sospenda la procedura di infrazione sulla base delle misure suddette che, di tutta evidenza, sono ridicole per mantenere e ripristinare l’Habitat. Tanto più che nel nostro caso si tratta di ripristino, essendo gravemente aumentata nel dal 2007 ad oggi la concentrazione di fosforo totale nel lago.
Secondo la Regione le osservazioni degli attori economici e sociali dovrebbero essere formulate solo in merito alle anzidette tre proposte utilizzando moduli specifici, tuttavia la nostra Associazione ha ritenuto necessario presentare osservazioni con una visione più ampia. Infatti il lago è la parte affiorante e visibile di un grande acquifero che è il bacino idrogeologico. Il lago, che si trova a valle, ne subisce gli effetti, ma le cause del degrado sono a monte, quasi tutte all'esterno dello specchio lacustre. Ne risulta che la conservazione del SIC deve coinvolgere tutte le cause che possono avere incidenza significativa sul SIC (Direttiva (92/43/CEE art. 6, commi 3 e 4). Se così non fosse sarebbero escluse dalle misure di conservazione: il collettore fognario circumlacuale; l’uso di fitofarmaci agricoli; la geotermia; la mancanza di un tratto del collettore; l’abusivismo degli scarichi; ecc, tutti fattori ubicati all'esterno del SIC che però incidono in modo determinante sulla conservazione e il ripristino dell’Habitat.
E infatti, se diamo uno sguardo ad altri paesi dell’UE, e specificamente alle Misure di Conservazione adottate per un lago in molti versi comparabile al nostro, il Lago di Starnberg in Baviera (che ospita i famosi “Starnbergersee Renken” molto simili al coregone), vediamo subito – anche soltanto sfogliando e guardando le immagini – che qui si tratta di un lavoro serio che contempla “tutti fattori che incidono sulla conservazione e l’eventuale ripristino dell’Habitat”.
Adesso non è così che non disponiamo di esperti e specialisti seri in grado di svolgere un ottimo lavoro qual'è il Piano di Gestione elaborato dai massimi esperti dell'ecosistema del Lago:

Bruni: “Nel 2008 la UE pagò l’Università della Tuscia per elaborare idonee misure di conservazione, note come di Piano di Gestione (PdG), Furono approvate dalla Provincia, ma ignorate dalla Regione che avrebbe avuto tutto il tempo (6 anni!) per esaminarle, concertarle e approvarle. Sicuramente il PdG verrà consultato dalla UE come testo di riferimento. E’ sufficiente scorrere l’indice per constare quali e quanti aspetti necessari per la tutela del lago siano stati ignorati.
La nostra Associazione ha realizzato un opuscolo (Stato Ecologico del Lago di Bolsena, anno 2014) che è un aggiornamento del PdG, limitatamente alla parte fisica e chimica dato che, con l’aggiunta di ulteriori sei anni di monitoraggi, si sono raccolte valide informazioni supplementari. Si è giunti alla conclusione di considerare come obiettivi principali della ZSC il ripristino della concentrazione di fosforo totale disciolto nel corpo d’acqua dagli attuali 13 μg/l a 8 μg/l come era nel 2005, oltre alla assoluta proibizione della geotermia nel bacino, attività che aumenterebbe la concentrazione di arsenico nel lago e nella falda per uso potabile, oltre all'aumento del rischio sismico. Maggiori informazioni sulla geotermia sono sul nostro sito www.bolsenaforum.net.
Secondo un’altra normativa UE il lago dovrebbe qualitativamente migliorare dal 2007 al 2015. Siccome il miglioramento non c’è stato (è aumentata la concentrazione di fosforo totale) si profila all'orizzonte una nuova procedura di infrazione. Lascia perplessi il fatto che a causa di pretestuose carenze di finanziamento non siano stati iniziati i lavori per ripristinare il collettore fognario il cui costo è di 2,3 milioni di euro, mentre sono stati eseguiti fulminei lavori del costo di quasi 50 milioni di euro per impianti di dearsenificazione. Tali impianti potevano in gran parte essere evitati prelevando acqua direttamente dal lago.
Quello che manca, quindi, è l’intelligenza, la responsabilità e la volontà dei politici di osservare le disposizioni della Direttiva Habitat.
L’approvazione delle misure di conservazione è condizione necessaria per attivare pienamente i finanziamenti a favore di enti, privati, ed altri soggetti coinvolti (ad esempio Enti gestori, agricoltori, silvicoltori, associazioni di categoria etc.) nelle azioni di tutela e valorizzazione della biodiversità previsti nei Programmi Comunitari 2014-2020 nei territori della Rete Natura 2000. Le tre misurine preadottate non convinceranno di sicuro l’UE a concederci questi benefici: Oltre alle multe per l’infrazione da pagare, la Regione e gli attori locali non potrà accedere ai finanziamenti europei.
Sappiamo chi sono i responsabili di questa negligenza, di questa farsa che è anche un insulto alla gente che s’impegna seriamente per la tutela dell’ambiente.
Conclude Bruni: “Quanto precede non sarebbe avvenuto se ci fosse stato un costruttivo colloquio fra le Istituzioni e le Associazioni, come promesso nel periodo elettorale. Invece la richiesta di colloqui da parte della Associazioni è stata ostentatamente ignorata sia dai Politici che dai Dirigenti, ben chiusi nei loro palazzi di granito, difesi da guardie armate. Difficile ora ottenere comprensione dalla UE e dalle Associazioni ambientaliste, tanto più che abbiamo da tempo avviato una petizione alla EU che dovrebbe essere discussa dalla Commissione il prossimo Aprile.

1 commento:

  1. Complimenti per l'impegno, la preparazione, e la serietà della vostra azione.
    Paolo Debernardi

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