Buio e silenzio sul destino delle oche canadesi del Lago di Bolsena. Poche
le notizie sicure:
- la Provincia sembra abbia interrotto (per il momento) i tentativi di
cattura. Il gabbione è stato smontato ma resta sul posto. In una nota della
Provincia del 29 aprile si parla della “disponibilità
ad interrompere l’attività” di cattura. Anche perché chi conosce un minimo
la biologia di questi animali sa che la fase in cui essi stanno tutti insieme è
terminata (riprenderà dopo che si è conclusa la fase riproduttiva); si sono
formate le coppie (non tutte si riproducono), alcune stanno covando, altre
hanno già deposto e hanno i piccoli. Catturarle in questa fase sarebbe ancor
più difficoltoso oltre che perseguibile, proprio perché hanno i piccoli al
seguito.
Coppia di oche canadesi con 8 piccoli visti il 6 maggio. Saranno deportati? |
- in una lettera protocollata il 18 marzo e durante vari incontri con il
dirigente provinciale Gianlorenzo, gli esponenti dell’ENPA (Ente Nazionale
Protezione Animali) hanno sottomesso diverse proposte e osservazioni alla
Provincia, dichiarando tra l’altro di “sostenere
per quanto possibile” il progetto di sterilizzazione. Nella nota del 29
aprile, Gianlorenzo chiede “una proposta
effettiva ed operativa” che dovrebbe essere elaborata nell’occasione dei
successivi incontri.
- sempre oralmente, Gianlorenzo avrebbe dichiarato che non sia stato
catturato nessun animale. Stessa informazione da una comunicazione della
Provincia all’associazione Irriducibili Liberazione Animale. Molte voci locali
invece parlano di cattura, deportazione e addirittura uccisione di alcune oche.
Rimane comunque la minaccia che, nel caso la cattura non fosse possibile, le
oche saranno abbattute (smentendo le affermazioni pubbliche dell’assessore Vita
e del sindaco Fanelli).
Nel frattempo, la Regione ha chiesto, in una lettera del primo aprile,
chiarimenti circa il fatto che nello studio di fattibilità, la Provincia si
"autoesonera" dalla valutazione di incidenza ambientale (VIA). La
Regione sottolinea che “…Piani e progetti
previsti all’interno dei Siti Natura 2000 ovvero suscettibili di avere
un’incidenza significativa sui valori ambientali di tali Siti devono essere
preventivamente sottoposti alla procedura di valutazione di incidenza …”. La
Regione chiede quindi alla Provincia che le "sia trasmessa la documentazione relativa all'intervento di contenimento
per una valutazione tecnica della sua compatibilità con la tutela dei beni
ambientali della Rete Natura 2000".
Nessuna risposta della Provincia finora.
Insomma, il solito pasticciaccio: amministrazioni che intraprendono un’azione
motivata da ragioni lontane dalla tutela del bene comune e del patrimonio
ambientale, basata su uno studio scientifico superficiale, eseguita in modo
approssimativo con mezzi e modalità inadeguati, e tutto ciò nella più grande
opacità, senza coinvolgere la cittadinanza e i portatori di interesse.
Tutti questi fattori hanno creato un clima teso a Capodimonte come si è
visto domenica 3 maggio quando l’associazione Irriducibili Liberazione Animale
ha allestito uno stand con manifesto e raccolta firme contro la cattura delle
oche. Molti cittadini hanno firmato liberamente, molti hanno preferito firmare
di nascosto per non essere osservati. Altri capodimontani hanno minacciato gli
animalisti che si sono visti costretti a chiamare i Carabinieri. Il sindaco,
invece di difendere il diritto costituzionale alla libertà di espressione, ha
fatto pressioni da parte sua perché si togliesse il cartellone esposto, per
niente offensivo tra l’altro.
manifesto dell'associazione Irriducibili Liberazione Animale |
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