È sempre in bilico il futuro della geotermia nel comprensorio del Lago di
Bolsena. Due gli impianti vicini alla realizzazione:
- La
centrale “Nuova Latera” della ENEL Green Energy, il cui progetto, dopo la
presentazione delle osservazioni contrarie il 12 settembre 2017, è al vaglio
della commissione per le valutazioni d’impatto ambientale competente, e
- l’impianto pilota di Castel Giorgio proposto
dall’ITW-LKW Geotermia Italia del quale ci siamo occupati più volte (recentemente
qui).
In questa sede i Comuni interessati hanno depositato un documento che
riassume i loro pareri contrari all’impianto. Questi sono incentrati, da un
lato, sui pericoli che presenta la centrale di Castel Giorgio per la
popolazione e l’ambiente, e dall’altro sull’esistenza di vincoli ambientali con
i quali l’impianto è in contrasto.
I pericoli derivano dalla conformazione specifica del sottosuolo fortemente
fratturato nel comprensorio del Lago di Bolsena, che è sito tutelato dalla Comunita
Europea.
Specificamente sono collegabili ai seguenti aspetti:
- la presenza di numerose faglie che consentono la
risalita del fluido geotermico verso la falda acquifera superficiale inquinandola
con arsenico e altre sostanze cancerogene;
- la formazione di “compartimenti” nella roccia del
serbatoio dovuta alle faglie, che ostacolano i flussi orizzontali causando il
trasferimento permanente di fluido geotermico dalla zona di produzione a quella
di reiniezione;
- l’aumento del rischio sismico dovuto agli
squilibri di pressione e di temperatura nelle zone di produzione e di
reiniezione, tenendo conto anche della presenza di faglie attive nella zona
(evidenziata dal terremoto del 2016 – Madre
Terra ammonisce).
Ricordiamo che tutti i sindaci del comprensorio hanno dichiarato la loro
opposizione alla realizzazione delle centrali geotermiche, come il presidente
della Provincia di Viterbo.
Durante la riunione del 10 settembre, la Regione Umbria ha ribadito la
propria posizione contraria, dichiarando che non intende rendere l’intesa (vedi qui) alla
realizzazione dell’impianto.
La Regione Lazio ha assicurato che valuterà attentamente eventuali ricadute
dell’opera sul bacino idrogeologico del Lago di Bolsena.
Un forte sostegno politico per il territorio viene da esponenti del M5S: dai
parlamentari Federica
Daga, Gabriele Lorenzoni e Virginia La Mura che chiedono al Governo di dare
parere negativo agli impianti, e dagli eurodeputati Dario Tamburrano e Eleonora
Evi, che più volte sono intervenuti efficacemente in sostegno della
cittadinanza. Tamburrano porta avanti, a livello europeo, una battaglia contro
gli incentivi per la geotermia inquinante ed è autore di una lettera
incisiva ai ministri di Maio e Costa.
Dopo una vivace danza di emendamenti (qui
e qui),
la Regione Lazio ha recentemente prolungato la moratoria,
che sospende le procedure amministrative per il rilascio dei permessi di
ricerca riguardanti le risorse geotermiche ad alta e media entalpia, “in attesa della redazione della carta
idro-geotermica regionale e del Piano energetico”.
La carta idro-geotermica in questione sarà redatta dagli esperti dell’Università
Roma Tre. Presenterà un riassunto di tutti i dati e studi sugli acquiferi
superficiali e profondi nel Lazio e costituisce quindi un database ambientale essenziale.
La carta potrà così fornire indicazioni alle imprese proponenti circa la
convenienza tecnica e economica (a breve termine) di realizzare un impianto
geotermico in un certo sito.
Sicuramente però non potrà dare un giudizio generale di “idoneità”, nel
senso della sostenibilità ambientale e sociale, di un certo sito allo
sfruttamento geotermico: non potrà indicare dove si può fare la geotermia e
dove no si può fare – questo richiede un approfondito studio specifico di tutti
gli aspetti di un dato impianto.
E, sicuramente, non solleverà gli amministratori dalla loro responsabilità
politica di prendere decisioni per il territorio e la sua popolazione.
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