Il numero 14 del Radiogiornale riporta un’interessante
intervista di Giacomo Carioti a Lucia Catanesi, Sindaca di Marta. Tema: il
nuovo porto di Marta, il “più grande del lago”. Obiettivo: chiarire alcune
domande fondamentali dei cittadini a proposito del progetto e della sua
sostenibilità. Mentre le risposte di Lucia Catanesi elucidano alcuni punti, allo
stesso tempo sollevano altri importanti interrogativi.
Vorremmo proporre alcune osservazioni fondamentali:
- Lucia Catanesi ha dichiarato che il progetto del porto
è contenuto nell’APQ5 (Accordo di Programma Quadro “Difesa del Suolo e Tutela
della Costa”). Andiamo a leggere le sue finalità e obiettivi (Art. 1, comma 2):
“L’accordo è finalizzato a dare attuazione al seguente obiettivo specifico di
settore e d’area: la rimozione e l’abbattimento del rischio idraulico e/o
gravitativo per persone, cose e infrastrutture mediante sistemazione idraulica
di corsi d’acqua e consolidamenti di versante situati in zone antropizzate o di
particolare valenza; difesa e recupero delle aree costiere soggette a forti
fenomeni erosivi volta alla valorizzazione del territorio, al miglioramento
della fruibilità del litorale, alla protezione dei centri urbani costieri.”
In particolare, l’intervento riguardante il Comune di Marta
è definito “Riordino dell’area lacuale all’incile del Marta”, con tipologia
“Difesa delle coste” ed è finanziato con fondi del bilancio della Regione Lazio
(annualità 2007 / 2009), di complessivamente 2 milioni di Euro. Nella relazione
tecnica l’opera è descritta sinteticamente come “Realizzazione di opera di
difesa dell’incile dal moto ondoso che causa insabbiamento della darsena
esistente, miglioramento dell’opera di deflusso ed eventuale rifacimento delle
strutture a servizio delle attività di pesca.”
I fondi previsti dall’APQ5 sono destinati
esclusivamente a queste opere; non è prevista la realizzazione di un porto
turistico. Che sia avvenuto un passo successivo amministrativo, una modifica
degli obiettivi dell’APQ5 - da opera di difesa della costa a porto turistico? Sarebbe
importante conoscere i dettagli di questo cambiamento del progetto.
- Per tali opere (“difesa delle coste …”), la Regione,
considerando l’urgenza e l’importanza della protezione del territorio dai
rischi idrogeologici e dai fenomeni erosivi delle coste, “garantisce” se pure in
modo vago e sommario le condizioni di sostenibilità ambientale (Legge regionalen.27 del 28 dicembre 2006 di approvazione della Legge finanziaria regionale per
l’esercizio 2007, ai sensi dell’art. 63 comma 2 lettera d). Queste
premesse non sussistono per la realizzazione di un porto turistico, dove sono necessarie
valutazioni d’incidenza ambientale (“sicuramente prioritarie e preliminari”
secondo Lucia Catanesi) e un regolare bando d’appalto, poiché un porto
turistico ha un impatto ben maggiore sull’ambiente di una semplice opera di
difesa del suolo, e un’urgenza ben minore. Anche su questa valutazione d’incidenza,
se è stata fatta, o anche se non è stata fatta, sarebbe importante conoscere i
dettagli.
- Lucia Catanesi deplora l’assenza di “una normativa a
livello provinciale, regionale, e addirittura nazionale […] dei limiti coerenti
e rigorosi su tutti gli aspetti di maggiore importanza e preoccupazione: 1) il
numero massimo dei natanti ammissibili nel lago; 2) il divieto di navigazione
per i motori considerati inquinanti; 3) la massima potenza dei motori e la
massima lunghezza delle imbarcazioni …”
Sappiamo invece, che queste norme sono contenute nelle
“Misure di conservazione e relativo Piano di Gestione (PdG) per la tutela della
ZPS “IT6010055 Lago di Bolsena, Isole Bisentina e Martana” e dei SIC in essa
inclusi “IT6010007 - Lago di Bolsena” e “IT6010041 - Isole Bisentina e
Martana””, presentate in aprile 2009, discusse ampiamente con i Comuni, e
approvate dalla Provincia nella primavera dell’anno 2010 (per renderle
operative manca l’avvallo della Regione). Le “Misure di conservazione …” sono
state elaborate dall’Università Roma 3 e dalla società specializzata Lynx
Ambiente, e si basano su precise linee guida dello Stato Italiano e dell’UE.
Anche se manca ancora il passo a una normativa vera e
propria: anticipando (nel senso di una tutela coscienziosa dell’ambiente) questo
passaggio obbligato, si possono condensare linee guida dal PdG che propone
“come misura immediata, la limitazione del numero delle barche (oggi in
principio illimitato) a meno di mille in tutto il lago, e della potenza dei
motori a meno di 40 cavalli”.
- Quanto al “censimento rigoroso di tutte le
imbarcazioni autorizzate a navigare nel lago: senza questo passaggio
preliminare ogni altra azione è destinata al fallimento” (L. C.): perché, se è
così importante, non è stato fatto dai comuni, e dal Comune di Marta? A
Capodimonte, l’associazione “La Porticella” ha pubblicato un censimento delle
imbarcazioni per l’agosto del 2010 - solo a Capodimonte erano posteggiate più
di 400 barche a motore (delle quali più di 100 in posti abusivi), con una
potenza media di quasi 100 cavalli (Lo stato di salute del Lago di Bolsena. Rapporto della Porticella, dicembre 2011). È evidente: con limiti “coerenti e
rigorosi” (L. C.) il Lago, anche senza il nuovo porto di Marta, è saturo di
barche a motore.
- Le leggi sulla trasparenza nell’amministrazione
pubblica (riassunte e aggiornate nel d.lgs. 33/2013 G.U. 5.4.2013) richiedono
la pubblicazione completa e tempestiva, sul sito dei comuni, della Provincia e
della Regione, di tutti i documenti riguardanti tutti i progetti in via di
definizione o realizzazione nei comuni. Sul sito del Comune di Marta non c’è
traccia dei documenti riguardanti il porto. Inoltre, le leggi richiedono
esplicitamente la consultazione formale dei cittadini su tutti i progetti; il
mancato coinvolgimento può significare l’illegittimità di tutto il
procedimento.
Considerando tutti questi punti, una pausa di
riflessione e di discussione trasparente e pubblica (con tutti i Comuni del
comprensorio e i loro cittadini) ci sembra necessaria. Terminata l’opera di
difesa dell’incile, interroghiamoci: i pochi fondi disponibili, vogliamo
impiegarli con priorità per la realizzazione di un porto turistico, oppure per la
difesa della salute del Lago e dei cittadini?