Si inasprisce la lotta dell’ ITW LKW Geotermia Italia S.p.a.* con
l’obiettivo di ottenere le autorizzazioni per realizzare gli impianti geotermici
di Castel Giorgio e Torre Alfina.
Infastidita dall’opposizione compatta della cittadinanza e di tutte le
amministrazioni comunali del comprensorio, l’ITW LKW (consigliata probabilmente
dalle società di “consensus building” cui fa riferimento) ha deciso di
ricorrere a pressioni, minacce e denunce nei confronti di chi esprime o
pubblica informazioni contrarie al progetto.
manifestazione sull'altopiano dell'Alfina - no alla geotermia speculativa |
- minaccia al Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini perché ha permesso a
chi è contrario al progetto di esprimersi (link);
- denunce “in merito alle dichiarazioni effettuate durante l’orario di
lezione da alcuni professori e dalla preside dell’istituto omnicomprensivo
“Leonardo Da Vinci” di Acquapendente a proposito della convocata manifestazione
di domenica 11 sull’altipiano dell’Alfina per manifestare contro la geotermia”
(link);
- denuncia nei confronti di Piero Bruni, presidente dell’associazione Lago
di Bolsena, “per procurato allarme” perché ha dichiarato che l’impianto
inquinerà con arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia
l’acquifero superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di
Viterbo;
- denuncia quale correo al giornalista autore dell’articolo che riporta le
dichiarazioni di Bruni (link).
manifestazione sull'Alfina |
Dato che molti esperti autorevoli e anche il tavolo tecnico della Regione Lazio confermano l’esistenza reale del rischio d’inquinamento della falda acquifera del Lago di Bolsena, nonché il rischio di terremoti indotti dall’esercizio degli impianti geotermici, è palese il vero obiettivo delle azioni legali: non una corretta informazione della cittadinanza, ma l’intimidazione e la soppressione dell’espressione libera di opinioni fondate su dati scientifici.
Vorremmo anche aggiungere che l’ingegner Bruni stesso non è uno sprovveduto
in materia, avendo trascorso la sua vita lavorativa quale ingegnere
specializzato in prospezioni geofisiche del sottosuolo. Notiamo anche che da
più di 20 anni è attivo, volontariamente e senza ricavarne alcun profitto,
nella salvaguardia dell’ambiente del Lago di Bolsena.
Colpisce il fatto, che la ITW
Ingenieurunternehmung AG (link) è ansiosa, nel Liechtenstein, a
presentare un’immagine seria e pulita di se stessa, sottolineando la sua
competenza tecnica e il suo impegno sociale ed ambientale. L’ITW LKW geotermia
S.p.a. invece si distingue nettamente dalla casa madre: diffonde giudizi deliranti
sul piano scientifico, minaccia e denuncia chi esprime opinioni discordanti.
Perché in Italia la “costruzione del consenso” si limita alla soppressione
dell’opposizione e alla prevaricazione del potere finanziario, mentre altrove,
p. e. in Svizzera (il presidente dell’ITW è diplomato del prestigioso ETH di
Zurigo) co-progettazione, trasparenza e coinvolgimento della cittadinanza negli
importanti progetti sono all’ordine del giorno (meccanismi richiesti dalle
leggi vigenti anche in Italia, ma ignorati)?
Dà comunque speranza e coraggio agli oppositori l’assoluzione (“perché il
fatto non sussiste”) dello scrittore Erri De Luca accusato di istigazione a
delinquere perché sosteneva “che la linea sedicente ad Alta Velocità va
intralciata, impedita e sabotata per legittima
difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua” (link). Esempio lampante che,
anche in Italia, “la parola contraria sussiste e non costituisce reato”.
Erri De Luca in tribunale |
Riportiamo in seguito la lettera aperta dell’ingegner Bruni in risposta
alla querela dell’ITW LKW:
ITW&LKW Geotermia Italia
S.p.A ha presentato alla Procura della Repubblica di Viterbo, una
querela-denuncia penale nei miei confronti con quantificazione del danno “per
procurato allarme” perché ho dichiarato che il loro impianto inquinerà con
arsenico ed altre sostanze cancerogene sia il lago di Bolsena sia l’acquifero
superficiale che alimenta la rete potabile della Provincia di Viterbo. E’ stato
denunciato quale correo anche il giornalista autore dell’articolo poiché, a
loro dire, avrebbe dovuto accertarsi della fondatezza delle dichiarazioni.
La suddetta società non fa altro
che presentare esposti e querele avventandosi contro sindaci, comitati di
cittadini e persino contro presidi e professori di scuola. Sono denuncie “urbi
et orbi” al fine di intimorire anche i giornalisti che riferiscono le nostre e
loro opinioni per dovere di cronaca. Potrei denunciare la s.p.A. e chi la
dirige per “tentato disastro ambientale” ma non scendo al loro livello, tanto
più che con queste minacce hanno rivelato la loro vera natura e si spera che i
Ministeri, i Presidenti delle Regioni Lazio ed Umbria, i Sindaci e la
Popolazione si rendano conto con che gente hanno a che fare e che, peggio
ancora, potrebbero avere a che fare per i prossimi 20 o 30 anni.
La ITW&LKW Geotermia Italia
S.p.A. ha un capitale di un milione di euro, ma il costo dell’impianto è
dell’ordine di 25 milioni di euro e per realizzarlo deve aumentare il capitale
o trovare sul mercato finanziario nazionale e internazionale quanto necessario,
ma può farlo solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’impianto.
L’altisonante ragione sociale ITW&LKW Geotermia Italia induce a far credere
che facciano parte della compagine italiana due note società del Liechtenstein,
invece se vai a vedere scopri che il 100% delle azioni appartengono a un unico
socio austriaco (sotto forma societaria) specializzato in operazioni
finanziarie, ma senza esperienza in impianti geotermici e senza il capitale
necessario per realizzarli. Per l’impiantistica la S.p.A. italiana si è rivolta
a consulenti esterni, per l’ambiente non ha argomenti validi e ricorre ad
intimidazioni, per la parte finanziaria è scoperta, senza alcuna garanzia per
realizzare l’impianto, risarcire eventuali danni e ripristinare il sito.
L’accanimento intimidatorio “urbi
et orbi” si deve al fatto che entro poche settimane le Regioni Lazio e Umbria
dovrebbero decidere se autorizzare o meno l’impianto di Castel Giorgio. Il
valore delle azioni varierebbe da poco a molti milioni di euro il giorno stesso
delle decisioni regionali. L’eventuale vendita delle azioni potrebbe
interessare chiunque voglia investire 25 milioni di euro nella prospettiva di
realizzare un buon affare grazie ai generosi incentivi offerti dallo stato
italiano. Si sottolinea la parola chiunque perché sarebbe il socio austriaco a
scegliere l’azionista controparte e non lo Stato italiano, ma la provenienza di
quel denaro potrebbe essere non controllabile.
Una adeguata struttura finanziaria di qualsiasi proponente è condizione
necessaria ma non sufficiente, posto che è prevalente la tutela ambientale
(inquinamento della falda idropotabile, rischio sismico, ecc.). Comunque per
qualsiasi piccolo appalto pubblico è necessaria la qualificazione ufficiale e
altre certificazioni inclusa quella antimafia. Nel caso in oggetto, di grande
interesse pubblico e quantificabile in diecine di milioni di euro si prospetta
di concedere l’autorizzazione ad una controparte sconosciuta, ossia quella che
acquisterà le azioni eventualmente vendute dal socio austriaco.
Lo Stato dovrebbe trattare esclusivamente con società trasparenti, con
idonee referenze, che presentano un piano finanziario e industriale credibile.
Fra l’altro non è vero che il socio austriaco porta capitale straniero in
Italia dato che poco tempo dopo sarebbe molto di più il capitale che andrebbe
nella direzione opposta.
Piero Bruni
* sede legale a Torino, sede operativa a Roma, Via di Porta Pinciana. Nata
dallo sposalizio tra la ITW Ingenieurunternehmung, un’impresa del Liechtenstein
attiva nel project management (agendo comunque con l’unico interesse
finanziario), e la LKW, l’equivalente liechtensteinese dell’ENEL