Dopo un inverno intenso di mobilitazione contro
l’incontrollata diffusione di noccioleti nell’Alta Tuscia, dopo la testimonianza
della regista Alice Rohrwacher e dopo il grande successo del convegno a Orvieto
“Il
Nocciolo del Problema”, si erano riuniti a Bolsena
il 5 aprile 2019 i sindaci del Lago, dei comuni di Bolsena, Gradoli,
Grotte di Castro, Marta, Montefiascone, Valentano e Capodimonte. Mossi dalla
preoccupazione per la salute della popolazione e dalla volontà di salvaguardare
l’ambiente, tutti si erano impegnati a firmare ordinanze per ostacolare
l’impianto di noccioleti nel territorio.
I rappresentanti dei comuni del Lago riuniti a Bolsena, il 5 aprile 2019
Infatti, grandi superfici di noccioleti
rappresentano una minaccia: inquinano l’acquifero e il Lago con
nutrienti e fitofarmaci, depauperano la sua preziosa riserva d’acqua e
degradano la biodiversità: “Da
monito per tutti quanto accaduto al lago di Vico”.
Furono firmate rapidamente le ordinanze del Comune
di Bolsena (n°18/2019 del 7 aprile) capofila della azione, e del Comune
di Grotte di Castro, molto simili nel contenuto; segui il 25 maggio l’ordinanza
di Montefiascone. Sono documenti che poggiano su una priorità comune
– la necessità di tutelare il Lago e la salute pubblica.
Le ordinanze di Bolsena e di Grotte di Castro vietano
“di realizzare impianti di noccioleti intensivi
onde evitare un elevato consumo di acqua, di fitofarmaci, di antiparassitari,
di insetticidi, di diserbanti e di concimi necessari alla coltivazione degli
stessi, in quanto l’uso continuativo e massiccio di dette sostanze potrebbe
determinare il degrado globale ed irreversibile dell’ecosistema terrestre ed
acquatico con distruzione di habitat e biodiversità e con gravissime ricadute
sulla salute pubblica.”
noccioleto sul Lago
Il divieto si estende, nel caso di Grotte di Castro,
su tutto il territorio comunale. Per Bolsena riguarda soltanto la parte ricadente nel bacino imbrifero del Lago (il che è incoerente poiché per proteggere il Lago occorre tutelare il suo acquifero e quindi anche il bacino idrogeologico). Si teme che
ambedue siano ordinanze attaccabili dal punto di vista legale, poiché
potrebbero portare pregiudizio alla nocciolicoltura in generale; sono inoltre
carenti in vari aspetti scientifici e legali.
Si tratta però di mozioni di grande importanza:
danno un chiaro segnale di volontà politica per difendere il territorio dallo
sfruttamento agroindustriale e per destinarlo, invece, a un uso ecosostenibile
delle sue risorse ambientali e culturali.
Molto diversa è l’ordinanza di Montefiascone, che
richiede in sostanza l’applicazione di due norme di legge in vigore già da
anni, ma disattese:
- il Piano
di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
(che sarà aggiornato
a breve),
- l’obbligo di una Valutazione
d’Incidenza (VINCA) preventiva per piani e progetti (come l’impianto
di noccioleti) che hanno una possibile incidenza sul Sito di Interesse
Comunitario (SIC) del Lago di Bolsena.
L’ordinanza falisca prende come modello varie
ordinanze di comuni dei Cimini e del Lago di Vico (p. e. l’ordinanza
di Corchiano) e le integra con le disposizioni necessarie per le
zone protette della Rete Natura 2000. È un’ordinanza inattaccabile dal punto di
vista legale e valida scientificamente (a parte la limitazione, incoerente anche
qui, al bacino imbrifero). Certo che in nuce, richiede soprattutto l’osservanza
di due norme già esistenti: non è per questo però superflua, poiché porta alla
conoscenza della popolazione, degli amministratori e delle forze d’ordine
locali queste leggi (ignorate da tutti), e assicura e facilita la loro
applicazione ed osservanza tramite sanzioni amministrative pesanti a livello
comunale.
Dopo il primo passo coraggioso di questi tre comuni,
si pensava che rapidamente tutti gli altri comuni avrebbero adottato simili
provvedimenti, ma non è stato così. Da un lato perché l’imminenza delle
elezioni comunali ha bloccato l’operatività di alcuni comuni, dall’altro, a
causa della convocazione del tavolo tecnico sull’uso dei fitofarmaci dal
Prefetto di Viterbo. La sua idea iniziale era stato di avviare
un dialogo a partire da un approfondimento sulla problematica sanitaria,
ambientale e agricola. Le associazioni di categoria, però, hanno trasformato
il tavolo in un forum di promozione della loro visione
agroindustriale, che vorrebbero estendere, senza distinzione, a tutto il
territorio. Con ciò, il dialogo si è bloccato sul nascere.
A riprendere l’iniziativa sono i 13 sindaci del Biodistretto
della via Amerina e delle Forre che intendono riunirsi per adottare
ordinanze identiche, che regolano l’uso dei fitofarmaci e vietano l’utilizzo
del glifosato.
Intanto, attorno al Lago di Bolsena, si continua ad
impiantare noccioleti, senza regole, illegalmente. È urgente che anche qui attorno
al Lago i sindaci riprendono l’iniziativa ed emettono le ordinanze annunciate
per proteggere il territorio.