mercoledì 28 febbraio 2018

Addio Pioppi?


Ricordiamoci, e rileggiamo la cronologia degli eventi: un anno fa, il 20 febbraio 2017, il Comune di Capodimonte affida i lavori di abbattimento di 22 pioppi del viale alberato sul Lungolago di Capodimonte. Questo storico viale chiamato “I Pioppi” è unico al mondo per bellezza, estensione e antichità – l’impianto originale risale al 1400.
 
 
Tutti i grandi pioppi nella parte finale del viale tra il Fosso del Tavolino e il campeggio saranno tagliati.  Molti cittadini protestano, l’associazione locale La Porticella chiede spiegazioni al Comune e tenta di aprire un dialogo. Il movimento cittadino prende ampie dimensioni, una raccolta firme durante l’estate raggiunge quasi mille firme, la popolazione aderisce in massa a una fantasiosa manifestazione-festa in sostegno degli alberi - l'Abbraccio dei Pioppi.

 
Il Comune però rifiuta ogni incontro e dialogo. Avanza di nuovo motivi futili (la “lanuggine”, le allergie – inesistenti, allergogena invece la Tingide del Platano) e la pericolosità degli alberi. La Porticella chiede al Comune di accertare quest’ultimo punto. Il Comune rifiuta. Così l’associazione, con una raccolta fondi chiede il parere di un esperto esterno. Questo, dopo un attento esame visivo, accerta che gli alberi non sono pericolanti. Il perito chiede, per approfondire l’esame e stabilire eventuali interventi curativi, il permesso per un esame visivo in quota.

La riposta del Comune è negativa:

… con Determinazione n. 46/T del 20/02/2017 è stato disposto conseguentemente l’abbattimento delle piante di pioppo che ostacolano la regolare crescita delle nuove essenze impiantate.

Pertanto, ferma restando l’illegittimità dell’incarico ricevuto per conto di un soggetto privo di titolo si comunica con la presente il formale diniego ad effettuare le richieste indagini.

Nel diffidare la S. V. a proseguire le attività come commissionate dall’Associazione “La Porticella”, si fa presente che in difetto questa Amministrazione provvederà a tutelare i propri interessi nelle sedi competenti …

Va ricordato invece che sia cittadini che associazioni sono “portatori d’interesse” (nel caso specifico La Porticella è anche iscritta come tale nei registri della Regione), e di conseguenza hanno un titolo legittimo per chiedere e ottenere informazioni in materia ambientale.

Non se la passano meglio alcuni vecchissimi alberi dalla parte iniziale del viale. Due di loro, compresi nell’area occupata da un chiosco, sono stati ridotti in fin di vita da modalità inadatte di potatura. L’anno scorso uno di loro è stato rimosso, in questi giorni l’altro. Il Comune non si è opposto a questa azione, denunciata dal 2013: Lasciateci vivere!

 
Già il famoso statuto Farnesiano del 1558 stabiliva: “Si doveva subito ripiantare un novo albero, dove per qualunque cagione alcuno ne fosse mancato … “. Lo stesso principio è confermato il 18 giugno 1823 dall’Assessorato Camerale dello Stato di Castro.

Ci risulta che anche in anni recenti sia stata concordata una simile regola, come ci rivela un commento su facebook di un membro del Consiglio Comunale di Capodimonte: “…  da accordi presi e firmati dal sindaco nel momento in cui si sarebbero seccati [gli alberi], …sarebbero stati rimpiazzati con altri uguali”.

Vorremmo essere fiduciosi che questo accordo venga rispettato. Però … almeno per adesso, l’albero rimosso l’anno scorso non è ancora stato sostituito. Altri, rimossi anni fa per creare parcheggi presso un ristorante sul Lungolago, nemmeno.
 
 

sabato 3 febbraio 2018

COBALB, il crollo di un sistema


Siamo al punto di collasso del sistema “COBALB”, in tutti i sensi.
In senso materiale, perché ormai da mesi (o piuttosto da anni) non assolve più la sua funzione. Che è quella di raccogliere i reflui di tutti i comuni del bacino del Lago di Bolsena e di avviarli alla corretta depurazione. In questo momento il quadro è il seguente.

Marta - scarico irregolare nel fiume Marta presso la stazione 20
 
Tutte le stazioni di sollevamento sono in uno stato tecnico insoddisfacente. I quadri elettrici e di comando sono obsoleti e insufficienti, il sistema di teleallarme fuori servizio, le tubazioni malridotte, le pompe spesso in uno stato precario, presenti nelle stazioni in numero minimo o addirittura assenti. Ciò comporta sversamenti frequenti di acque fognarie nel Lago da molte stazioni.
pianta del sistema COBALB
In dettaglio:

– Sono completamente fuori servizio le stazioni: SS 20 a Marta, “ Le Fontane” e “S.P. I Felceti” a Valentano e quella di “San Lorenzo Lago”.
– Le altre stazioni, soprattutto la SS 9 (Grancaro), lavorano con funzionalità ridotta.

– Il depuratore situato sul fiume Marta è completamente fuori servizio da circa un anno.

– Il depuratore di Valentano è fermo almeno dal 2013.

– Di conseguenza, una grande parte delle acque reflue raccolte nei comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e Bolsena finisce nel Lago nei pressi della stazione SS 9. Il resto, assieme ai reflui di Montefiascone, Marta e Capodimonte, viene sversato nel fiume Marta nei pressi della stazione SS 20. Le acque reflue del comune di Valentano finiscono interamente in vari fossi, senza depurazione.
Valentano - scarico irregolare nella località Le Fontane
 
Senza parlare delle gravi mancanze di tutte le reti comunali, dell’assenza di trattamento corretto dei reflui sul versante ovest del Lago, delle case sparse senza fosse settiche regolamentari, del fatto che il sistema è ormai sottodimensionato e incapace di accogliere tutti i reflui del bacino …
Tutto ciò arreca un grave danno ambientale al Lago di Bolsena, ne minaccia l’ecosistema e mette in pericolo la base dell’economia locale.

Tre procure stanno indagando su questi fatti e sulle responsabilità inerenti al “sistema COBALB” in senso ampio: un sistema anche di malgestione, pure questo arrivato al crollo.
Il COBALB, la Comunità Bacino del Lago di Bolsena S.p.A., era nato come consorzio di tutti i comuni del bacino cui si sono associati il Comune di Bagnoregio e la Provincia di Viterbo, una “primaria e insostituibile opera di raccolta e depurazione delle acque reflue”, come si proponeva di essere. In tal modo, avrebbe potuto rappresentare l’esempio per una cooperazione solidale delle amministrazioni del bacino.
Le amministrazioni invece non sono riuscite ad affrontare in modo efficace e solidale i vari problemi della gestione unitaria del ciclo dell’acqua. Il COBALB, in tale contesto, si è limitato a gestire il suo servizio tecnico come poteva, allo stesso tempo – e questo è un fatto grave – oscurando il vero stato delle cose, con la compiacenza degli organi di controllo. “La trasparenza è l’arma migliore per battere illegalità e corruzione”, ricorda Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Di questo stato delle cose erano a conoscenza i responsabili almeno dal 2013, quando un rapporto tecnico interno documenta lo stato di abbandono delle strutture; ne riportiamo alcune valutazioni: “stazione ferma … tubazioni rotte e bucate … nessuna pompa … quadro elettrico bruciato … manutenzione mai eseguita dal 1995 … sversamenti continui … quadro elettrico pieno di ratti …”.
Bolsena - scarico irregolare nella località Guadetto

Comunque la verità man mano è emersa. Una tappa importante è stato lo studio intrapreso da un gruppo di scienziati dell’Università tedesca di Weimar, esperti nella gestione delle acque urbane, che comprendeva sopralluoghi sul posto nel mese di maggio 2017 e un analisi dei problemi tecnici e gestionali del sistema COBALB. Un altro contributo sono le ricerche da parte di cittadini impegnati degli scarichi irregolari, che in pochi mesi hanno reso palese il dissesto del sistema fognario al di là della bella facciata.

Ma non indugiamo sul passato, c’è tanto da fare per il futuro:
– Priorità assoluta alla tutela del Lago. Tutte le risorse vanno concentrate sul rinnovo completo del sistema fognario in tutte le sue parti: rete COBALB, reti comunali, case ed esercizi sparsi, anche facendo ricorso alla “somma urgenza”.

– Rinnovo del sistema gestionale, trasparenza e partecipazione del pubblico ai processi decisionali.

– Ricorso alla giustizia in materia ambientale.

Citiamo dalla Convenzione di Aarhus, articolo 1 (ratificata dall’Italia e integrata nella legislazione nazionale):
Per contribuire a tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere, ciascuna Parte garantisce il diritto di accesso alle informazioni, di partecipazione del pubblico ai processi decisionali e di accesso alla giustizia in materia ambientale ..."