Tutti i laghi in natura sono circondati dalla vegetazione, in particolare da una fascia di piante specifiche che si estende dalla costa fin nelle acque. È la zona dove la vita su terraferma si intreccia con quella nell’acqua, dove avvengono scambi e passaggi essenziali per la salute dei due ecosistemi, ripariale–acquatico e terrestre.
Da molto
tempo la scienza ha riconosciuto che la
fascia di vegetazione ripariale svolge importanti funzioni ecologiche:
stabilizza le sponde e garantisce la
capacità autodepurativa dei corpi idrici superficiali, fa da filtro per
inquinanti, offre protezione e luoghi di riproduzione per molte specie e con
ciò contribuisce a conservare la biodiversità. Agisce da salvagente, filtro,
pelle; è luogo di rifugio, è culla.
Di conseguenza, la fascia ripariale naturale (chiamata "fascia tampone" o "buffer") è protetta per legge, dalle disposizioni della Direttiva Quadro sulle Acque, delle Direttive Habitat e Uccelli, della Direttiva sull’Utilizzo Sostenibile dei Pesticidi, e da vari piani di azione e documenti d’indirizzo dell’UE, come pure dalle disposizioni nazionali da esse discendenti (vedi qui sotto).
"Per legge", che è qui purtroppo sinonimo di "in teoria", la realtà è diversa e desolante.
Il divario tra legge e realtà è illustrato dall'esempio del Lago di Bolsena. Molti di noi si ricordano ancora del Lago di una volta, documentato in racconti e fotografie, dove ancora 50 anni fa ampi tratti delle rive erano coperti da una larga fascia di vegetazione estesa molte decine di metri nelle acque: prati, arbusti e alberi come salice, pioppo e ontano, carici, canneti, e piante acquatiche natanti, flottanti e sommerse.
Già nel 2009 la carta dei fragmiteti (allegata al Piano di Gestione dei ZPS e SIC "Lago di Bolsena" (1)) evidenziava un grave stato di degrado. Oggi, questi canneti e tutta la vegetazione ripariale sono ridotti a frammenti che sopravvivono solo in pocchissimi tratti; la fauna che vi era ospitata è sparita. Le rive del Lago sono state fortemente antropizzate e così la vegetazione acquatica è stata via via eliminata per far posto ai pratini, ai campi fino al bordo delle acque, alle strade, ai campeggi, alle proprietà private, alle case. Ne abbiamo parlato più volte - vedi qui e qui.
Nei pochi posti dov'è ancora presente, il suo degrado continua.
Le leggi citate non vietano soltanto la riduzione della vegetazione ripariale naturale. Prescrivono anche il suo ripristino. Ormai bisogna puntare su questo: sulla ricostituzione di fasce ripariali con specie autoctone, con erbe spontanee, con salici ed ontani, con cannuccia di palude, con giunchi e con piante acquatiche.
Uno dei primi progetti del neonato biodistretto ha proprio questo obiettivo.
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Per quanto riguarda la Direttiva Quadro sulle Acque:
Ai sensi dell'Art. 36 (Misure di tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici) del PTAR, sono obbligatorie misure per la tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici superficiali interni. In particolare prevede (Art. 36, comma 3): "L'area di pertinenza, fatte salve misure più cautelative contenute in altri atti di pianificazione regionale, comunale o di bacino, ai sensi dell'articolo 115 del d.lgs. 152/2006, è costituita da una fascia di almeno 10 metri dalla sponda di fiumi, torrenti, laghi, stagni, lagune e altre acque demaniali. All'interno di detta area viene istituita una fascia tampone lungo tutti i corsi d'acque o corpi idrici, con funzioni di filtro per i solidi sospesi e gli inquinantidi origine diffusa, per la stabilizzazione delle sponde e di conservazione della biodiversità [...]."
Riguardo alle Direttive Habitat e Uccelli:
Nei siti Natura 2000 nel territorio del Lago di Bolsena vige, come misura di conservazione regolamentare, l'obbligo di mantenimento di fasce tampone di almeno 10 m da corpi idrici (lago, corsi d'acqua naturali, canali di irrigazione). Ogni progetto che può avere ripercussioni sulle funzioni ecologiche di queste fasce, deve essere sottoposto alla valutazione della sua incidenza sul sito.
Il Piano di Salvaguardia delle Risorse Idriche Europee (2012) (paragrafo 2.1) prevede fasce tampone vegetate come misura chiave per salvaguardare le risorse idriche dall'inquinamento agricolo, come anche il Piano per le risorse idriche europee (2014).
A livello nazionale, le Direttive Europee sono state pienamente accolte nella legislazione italiana e in vari Piani vincolanti come
- le Linee Guida del Piano d'Azione Nazionale (PAN) per l'uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari prevedono la realizzazione e gestione di fasce di rispetto vegetate.
- il Piano di Tutela delle Acque Regionali del Lazio (PTAR) dedica ampio spazio all'importanza delle fasce tampone.
Una buona guida alle fasce tampone sono i manuali della Regione Piemonte: Il Manuale per le fasce tampone riparie erbacee, e il Manuale per le fasce tampone riparie arbustive-arboree.
(1)
CARTA DELLA DISTRIBUZIONE E DELLA CONTINUITA' DEI CANNETI A PHRAGMITES AUSTRALIS, allegato 5 al PIANO DI GESTIONE DELLA ZPS “LAGO DI BOLSENA E ISOLE BISENTINA E MARTANA” (IT6010055) E DEI SIC “LAGO DI BOLSENA” (IT6010007) E “ISOLE BISENTINA E MARTANA” (IT6010041), STUDIO GENERALE - ASPETTI NATURALISTICI E ACQUE - Aprile 2009, Lynx Ambiente e Natura, link: Provincia di Viterbo - Piano di gestione dei SIC/ZPS Lago di Bolsena
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